Coffee Break, scintille Mollicone-Zan: “Il governo Draghi è caduto per colpa del Pd”
Il deputato di Fratelli d'Italia Federico Mollicone si scontra con il collega del Partito Democratico Alessandro Zan sulla fine del governo Draghi. Il tema della crisi è affrontato dall’onorevole nel corso dell’edizione dell’8 settembre di Coffee Break, il programma televisivo di La7 che vede Andrea Pancani alla conduzione: “Il governo Draghi è caduto causa della sinistra che ha voluto l'imposizione di Ius Scholae e liberalizzazione della cannabis, invece di preoccuparsi delle bollette, del caro-energia e della ripresa delle imprese. Noi eravamo all’opposizione e quindi non lo diciamo noi, ma le forze di centrodestra che erano al governo di unità nazionale dicono che la causa era l’alterazione dell’agenda politica per cui il Pd ha pensato di mettere due bandiere a fine legislatura, l’estensione della cittadinanza agli immigrati in maniera indiretta e la liberalizzazione della cannabis. Noi penseremo subito al caro-energia, già la prossima settimana, anche se siamo all’opposizione sosterremo il dl Aiuti”.
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Pancani passa poi ad un altro argomento: che cosa è il presidenzialismo che propone Fdi? Mollicone spiega tutto: “A Zan e a Letta rispondo con la proposta del costituzionalista del Pd, Stefano Ceccanti, che ha proposto l'elezione diretta del presidente della Repubblica il 3 marzo del 2018. È un illustre costituzionalista, che come prima proposta di legge appena entrato in Parlamento ha avuto come urgenza questa idea. Anche il Pd era a favore e ora solo per demagogia e ideologia dice queste cose in campagna elettorale. Noi abbiamo già annunciato l’intenzione - prosegue Mollicone - di voler fare una Bicamerale dopo le elezioni, in modo da rassicurare tutto il Parlamento e tutto lo scenario politico per fare le proposte insieme. La legge elettorale tanto criticata da Letta è stata fatta dal Pd, non abbiamo scelto noi la legge per arrivare al 70% dei seggi. La nostra proposta - conclude l’onorevole - è fatta per uscire da questa democrazia parlamentare”.