Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Mario Draghi illusionista, gli aiuti sulle bollette li paghiamo con i nostri soldi

Pietro De Leo
  • a
  • a
  • a

Detto con una buona dose di semplificazione, ma altrettanta di realismo, finirà che il decreto contro il caro bollette ce lo pagheremo da soli. Sì, perché a quanto pare, una parte della copertura (la cui entità non è ancora chiara) potrebbe essere attinta dall’ammontare dell’extragettito Iva, il cui livello è stato reso noto ieri dal Mef. Nei primi sette mesi di quest’anno, il maggior esborso ha raggiunto i 13,7 miliardi, in percentuale siamo al +18,7. Questo a causa soprattutto dell’impennata dei prezzi, in misura maggiore dei carburanti. Non è un mistero: gran parte delle filiere hanno subito rincari significativi, visto l’aumento dei prezzi delle materie prime (a causa della guerra in Ucraina, sì, ma non solo, considerando che alcune linee hanno risentito della supply chain della componentistica cinese già dai mesi precedenti l’invasione). Dunque abbiamo dovuto spendere di più per gli acquisti, e il maggior denaro è andato a finire nel calderone dello Stato.

Nel frattempo, si continua ad attendere l'agognato provvedimento per mettere un freno al rialzo delle bollette e venire incontro ad un’economia reale in sofferenza che vede già imprese di numerosi comparti fermare le produzioni. La politica e le rappresentanze d’imprese pressano, ancor più considerando il maxi intervento messo in campo dalla Germania, 65 miliardi, per lo stesso motivo. Il nostro volume di denaro sarà molto molto inferiore, si parla di una decina di miliardi o giù di lì. E il decreto in gestazione, come più volte filtrato, dovrebbe prevedere alcuni interventi come la proroga del credito di imposta sulle bollette e della cassa integrazione.

La sollecitazione per il varo va avanti da settimane. Ora, dopo alcuni rinvii, si parla di giovedì come data di convocazione del consiglio dei ministri. Una data con il condizionale d’obbligo, ancor più considerando che l’indomani, dunque venerdì, si svolgerà il consiglio straordinario energia. Un passaggio fondamentale, perché sarà quello l’appuntamento da cui potrebbe uscire l’accordo per la fissazione del tetto al prezzo del gas. Un obiettivo che ieri è stato ribadito dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Lyen. In un messaggio social ha affermato: «La commissione mira a ridurre la domanda di elettricità, imporre un tetto al prezzo del gas russo da gasdotto, aiutare i consumatori e le imprese vulnerabili con le entrate del settore energetico e consentire il sostegno ai produttori di energia elettrica che devono affrontare i problemi di liquidità legati alla volatilità».

La numero uno dell’Esecutivo europeo, peraltro,parteciperà al Coreper (l’assise che riunisce gli ambasciatori presso l’Ue degli Stati membri) di domani. Che sia un appuntamento propedeutico lo ha fatto intendere il portavoce della Commissione Mamer: «Sarà l’occasione – ha detto - per riflettere sulle situazione energetica» prima della convocazione di venerdì”. Anche il Presidente francese Macron dopo un colloquio avuto con il cancelliere tedesco Scholz, si è pronunciato favorevolmente al tetto, aggiungendo lo schema degli acquisti comune di gas, cosa che, ha detto l’inquilino dell’Eliseo, «consentirebbe all’Europa di comprare a prezzi meno alti». Intanto un documento della presidenza di turno ceca, di cui le agenzie, ieri, hanno fornito ampie anticipazioni, mette nero su bianco i contenuti di quello che potrebbe essere l’accordo, che prevede un tetto a tempo sul gas importato (pare, al momento, solo quello via gasdotto), oltre ad una vigilanza finanziaria sulle speculazioni al mercato di Amsterdam.

Dai blog