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Sinistra ko a Latina, Enrico Letta esulta anche quando perde

Daniele Di Mario
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La matematica non è un’opinione. Ma in politica spesso non è così. Lo sa bene Partito democratico che trasforma disfatte in successi. Così il segretario Enrico Letta, nel pieno di una campagna elettorale tutta in salita, per galvanizzare un elettorato rassegnato e disorientato dalle scelte e dalla strategia del Nazareno, trova il modo per esultare anche quando perde, trasformando una sconfitta in una vittoria. Nel mini-replay elettorale di Latina, il centrodestra prende il 60,5%. Ma Letta gioisce lo stesso. «Tanti discorsi su previsioni e sondaggi. Quando poi votano i cittadini in carne e ossa vinciamo. Nella notte la notizia della vittoria di Damiano Coletta nella ripetizione delle elezioni a Latina», scrive Letta su Twitter.

Al candidato di centrodestra Vincenzo Zaccheo, infatti, non riesce per un soffio l’impresa di essere eletto sindaco di Latina al primo turno. Ma trasformare questo in una vittoria sarebbe un’impresa troppo ardua per tutti, tranne che per la Ditta. Così, dopo Letta, sono il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre a gioire per la «terza vittoria» di Damiano Coletta, sindaco di Latina al secondo mandato.
Eppure, il candidato del centrodestra Zaccheo, nelle 22 sezioni tornate al voto in seguito alla sentenza della sezione pontina del Tar del Lazio che aveva annullato il primo round delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021 per gravi irregolarità nelle operazioni di voto e di spoglio, ottiene il 60,5%. Coletta si ferma al 34,7%. Un successo netto e inequivocabile, ma insufficiente per consentirgli di essere eletto sindaco.

Zaccheo, lo scorso anno, si era fermato al 48,3% e, per 1.100 voti, non è infatti riuscito a vincere al primo turno, perdendo poi al ballottaggio contro il sindaco uscente di sinistra Damiano Coletta. Al replay elettorale nelle 22 sezioni su 116 tornate al voto, avrebbe dovuto colmare quel gap: cioè prendere mille preferenze oltre il 50% più uno dei voti validamente espressi. Impresa difficilissima, ma non impossibile. Tanto che, alla fine, al candidato di centrodestra sono mancate poche decine di preferenze: nel computo totale, il risultato raggiunto è del 49,8%, l’1,5 in più del 2021. Se l’anno scorso Zaccheo andò sotto il voto di lista (la sua coalizione prese il 53%) e al ballottaggio subì la rimonta di Coletta, stavolta la bocciatura del sindaco di sinistra da parte dei cittadini appare piuttosto netta.

«Letta cerca visibilità, peccato non dica che il centrodestra a Latina ha preso oltre il 60% di preferenze in queste mini elezioni. Non giochiamo», commenta il segretario regionale della Lega Claudio Durigon. «È stato un risultato schiacciante per il centrodestra ed è di buon auspicio sia per le elezioni nazionali sia per quelle regionali nel Lazio - prosegue Durigon - È una bella rivincita: i cittadini hanno bocciato Coletta sovvertendo ciò che è successo nella precedente tornata. È solo il primo avviso di sfratto alla sinistra. La maggioranza in Consiglio è di centrodestra e faremo ciò che ci hanno chiesto i cittadini facendo in modo che tutto possa tornare alla normalità nel più breve tempo possibile».

Della stessa opinione Fratelli d’Italia. «Sono surreali le dichiarazioni di giubilo di Zingaretti e Letta - dice l’eurodeputato di FdI Nicola Procaccini - I consiglieri di centrodestra saranno 20 su 33. La verità è che la città di Latina ha sfiduciato Coletta. Il Pd dovrebbe fare ben altre riflessioni, nel rispetto di una città portata al degrado negli ultimi sette anni. La volontà dei cittadini è chiara. Ora è importante restituire a Latina ciò che gli elettori hanno deciso: un’amministrazione comunale di centrodestra». «A Latina si è rivotato per irregolarità in 22 sezioni a distanza di un anno dal primo turno. Zaccheo ha vinto, ma per una manciata di voti non rovescia pure il ballottaggio. Il Pd, intanto, festeggia una vittoria (che non esiste) contro le destre», scrive Chiara Colosimo consigliere regionale e candidata alla Camera nel collegio uninominale di Latina.

Una vittoria di Pirro, insomma. Anche perché il centrodestra resta maggioranza in Consiglio comunale, con 20 eletti su 33. Coletta si ritroverà senza maggioranza e stavolta l’opposizione non pare intenzionata a fare da stampella all’anatra zoppa, come accaduto a dicembre scorso con Forza Italia, che votò a favore delle linee guida del sindaco. L’accordo tra i partiti di centrodestra è mandare definitivamente a casa Coletta facendolo decadere attraverso le dimissioni di massa, davanti a un notaio, dei consiglieri della coalizione. Tutto ciò avverrà dopo la proclamazione ufficiale, possibilmente entro il 25 settembre, data delle elezioni politiche. L’idea del centrodestra è dare un forte segnale di compattezza.

«La ripetizione del voto delle elezioni amministrative di Latina restituisce una straordinaria performance di Zaccheo che per un soffio ha mancato la vittoria. Il 60% ha scelto ancora una volta il candidato del centrodestra, anche se ciò non è bastato per superare la metà dei voti totali necessari per poter avere il successo al primo turno. Il centrodestra non solo si conferma maggioranza della città, ma incrementa la propria percentuale che passa dal 53 al 54,5%. Questo è un avviso di sfratto a Coletta, che non aveva una maggioranza prima e non ce l’ha neanche adesso. Il centrodestra non potrà che sfiduciarlo, perché questo è quello che ci chiedono gli elettori, e questo è quello che è giusto fare in nome di una coalizione che è unita nelle elezioni nazionali che si terranno tra 20 giorni, sarà unita nelle elezioni regionali tra qualche mese, e che non potrà creare eccezioni nella seconda città del Lazio», spiega il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, senatore Nicola Calandrini. Concetto ribadito dal vicesegretario regionale FdI Enrico Tiero: «L’esito elettorale è chiaro e Coletta non ha una maggioranza. L’unica cosa da fare ora è assecondare la volontà popolare e dare a Latina un sindaco e una maggioranza di centrodestra, soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche e regionali, che vedranno vincere FdI e la coalizione».

La Lega è d’accordo su questa linea. «Come annunciato dal segretario regionale Durigon con i leader del centrodestra, confermiamo la sfiducia per Coletta. Latina può tornare a essere un’opportunità per le nuove generazioni, certamente con un sindaco e un’amministrazione all’altezza. Caratteristiche che non appartengono a Coletta e al centrosinistra», dice il capogruppo leghista alla Pisana Angelo Tripodi. Anche Forza Italia apre alla possibilità di far decadere il sindaco. Ponendo alcune condizioni. Fonti azzurre riferiscono che l’idea del segretario regionale Claudio Fazzone sarebbe quella di procedere dopo la convocazione di un tavolo di centrodestra per definire «un progetto definito e condiviso», a partire dal candidato sindaco, che - viene spiegato - «dovrà essere indicato mesi prima del voto e non all’ultimo momento come troppo spesso avvenuto». FI sottolinea pure come, a fronte della fiducia votata a Coletta a dicembre, l’amministrazione comunale on si sia distinta per buona amministrazione, bocciandone le politiche su buche, rifiuti e macchina amministrativa. Zaccheo, dal canto suo, ringrazia gli elettori che lo hanno votato: «Abbiamo ottenuto un primo risultato: avere delle elezioni pulite e libere, che è quello che i cittadini meritavano sin dal principio - scrive su Facebook - Gli elettori si sono espressi in maniera chiara palesando un maggiore consenso sia a me che al centrodestra e decretando di fatto quella che sarà una situazione di governabilità senza una maggioranza netta. Questo sia elemento di riflessione per il sindaco rieletto».

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