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Gianluigi Paragone stufo dell'Ue e di Draghi: “Povertà raddoppiata. Si rischia il disastro sociale”

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Gianluigi Paragone, senatore e leader di Italexit, si prepara alle elezioni del 25 settembre e delinea i proprio programmi in un’intervista a Informazione Cattolica. Il primo punto affrontato è quello dell’uscita dall’Unione europea: “A me sembra fantapolitica restare in un sistema che ha impoverito progressivamente gli italiani e ha causato danni gravissimi a quasi tutti i settori della vita pubblica. Il numero di persone che vivono in condizioni di povertà in Italia è più che raddoppiato. Ora, con questa devastante crisi energetica dovuta in parte alle sanzioni alla Russia, ma soprattutto alla speculazione sui quei mercati che tanto piacciono ai neoliberisti, rischiamo un disastro sociale senza precedenti. E abbiamo poche possibilità di difenderci perché abbiamo ceduto la nostra sovranità monetaria e politica”.

 

 

“L’aumento insensato, fino a 10 volte in un anno, del prezzo del gas - l’altra tematica di attualità toccata da Paragone - e dell’energia elettrica è un dramma per le famiglie e porta alla chiusura di molte aziende. Bisogna cambiare politiche, Draghi potrebbe farlo ma non gli interessa, e insieme ai partiti che lo appoggiano propone soluzioni surreali, come ridurre l’uso dei riscaldamenti o dei condizionatori, o qualche temporaneo bonus insufficiente e saltuario. Ma le soluzioni ci sarebbero, come la tassazione dei profitti delle aziende che lucrano sulla speculazione, che comunque dovrebbero tornare in mano allo Stato. I privati vogliono profitti, lo Stato invece potrebbe usarli per calmierare i prezzi. Poi, via le sanzioni alla Russia visto che danneggiano solo noi europei. È evidente però che da parte di Draghi e del suo governo non c’è alcuna volontà di salvare cittadini e imprese”.

 

 

Paragone si sofferma poi su Mario Draghi e la sua figura: “Ritengo che la definizione del presidente Cossiga rimanga la più azzeccata per definire Draghi, ‘un vile affarista’. Che non ha a cuore il destino degli italiani e da quando è al governo non fa altro che svendere pezzi della nostra economia ai suoi amici delle multinazionali”. “Non daremo - conclude poi il senatore - appoggio a nessun governo, perché tutti i grandi partiti sui temi per noi fondamentali dicono le stesse cose e servono gli stessi padroni”.

 

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