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Terzo Polo, la campagna elettorale di Renzi e Calenda parte con l'affondo a Letta

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Inizia ufficialmente Milano, con l'abbraccio tra Renzi e Calenda, la cavalcata del Terzo Polo verso il voto del 25 settembre. Circa 5 mila - secondo gli organizzatori - i sostenitori riuniti al Super Studio Eventi di via Tortona, per il primo appuntamento in tandem dei due leader di Azione e Italia Viva, alleati per le politiche con la lista 'L'Italia sul serio'. Tutto esaurito nelle due sale allestite per l'evento, tanto che almeno un centinaio di persone sono costrette a rimanere fuori, tra urla di protesta e anche qualche spintone tenuto a bada dal servizio d'ordine.

In prima fila, tra maxi schermi e corridoi blu, le ministre Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini ed Elena Bonetti, oltre big come Ivan Scalfarotto e Andrea Costa. Ad aprire l'evento è Renzi. Quello per il Terzo Polo è "l'unico voto utile perché l'Italia torni a crescere. O facciamo un bel risultato o il Paese va in difficoltà", esordisce l'ex premier, ricordando che "in tutti gli schieramenti c'è chi ha mandato a casa Draghi", mentre "noi lo abbiamo voluto e sostenuto, e se vorrà lo sosterremo ancora".Un concetto, quello del nessuno è "innocente", ripreso anche dall'ex azzurra Gelmini.

È quindi la volta del "frontman" della coalizione, Carlo Calenda. Le sue parole, dice, sono rivolte "a tutti quelli che si sono stancati della 'politica contro': non ci troverete contro nessuno". Anche se poi, nel suo intervento durato oltre mezz'ora, non mancano gli attacchi diretti agli altri leader politici, a partire dal segretario del Pd. Quelli di Letta "non sono occhi di tigre ma strabici. Enrico, il Paese che descrivi non è quello, va riappacificato e non diviso a martellate. Quello che stava succedendo con lo spirito repubblicano di Draghi", afferma Calenda, che quindi ribadisce: "Il voto utile non esiste, ci sono quattro coalizioni. L'unico modo per fermare la destra sfascista non è dire o noi o loro, ma facendo una campagna valida che porti voti al Senato, proporre una idea migliore della loro, non dire mamma 'i fascisti'".

Lo sguardo va però oltre la data delle elezioni. "Ci sentiamo in grado di governare l'Italia? Certo, ma c'è un piccolo dettaglio: riconosciamo che Mario Draghi può farlo meglio di noi. Non vorrà? Ci lavoreremo", spiega l'ex ministro dello Sviluppo economico.

"Non difettiamo certo di ego o di esperienza, ma con la tempesta che sta arrivando, non solo il caro-energia ma anche l'inflazione e la crescita dei tassi, vi sentiti tutti pronti a governare?", il messaggio a distanza rivolto agli altri capi-partito. Quanto al rapporto personale con Renzi "è peggiore di quello che credete. Quando eravamo al governo insieme non c'è stato un giorno in cui non abbiamo litigato quando eravamo insieme al governo, ma abbiamo fatto le riforme" evidenzia Calenda.

Il progetto politico di Azione e Italia Viva, assicurano i due leader, non sarà solo un cartello elettorale. "Subito dopo queste elezioni apriremo un cantiere vasto, chiamatelo fronte repubblicano, esattamente quello a cui Mario Draghi ha improntato la sua azione. Questa casa è aperta a Cottarelli, Bonino, Bentivogli, Giorgetti, Sala, Gori…" spiega Calenda. Mentre con Renew Europe Italia, sottolinea Renzi, "vogliamo sfidare la sovranista Meloni all'elezione diretta del presidente della Commissione europea, perché l'Europa ha bisogno di democrazia e del nostro impegno. Torniamo a fare dell'Europa la casa della democrazia". 

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