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Energia, Luigi Di Maio si accorge del caro bollette e del rischio fallimento per le imprese

Christian Campigli
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Sono servite settimane. Centinaia di allarmi lanciati da tutte le organizzazioni del lavoro e dai sindacati. Dall'intero centrodestra. Alla fine, con colpevole ritardo, anche il Ministro degli Esteri si è accorto che o si trova una soluzione pressoché immediata al caro bollette o, semplicemente, l'economia italiana va a ramengo. E con essa l'intero Paese. “Ho letto le dichiarazioni di alcuni leader che attaccano la proposta di Impegno Civico, ossia il Taglia-Bollette: l'80% delle bollette di tutte le imprese italiane, dal piccolo bar alla grande azienda, fino alla fine dell'anno le paga lo Stato. Su questa misura c'è poco da screditare. Per chi non se ne fosse accorto, siamo nel bel mezzo di una crisi economica ed energetica allarmante. Qui siamo davanti a un bivio: o lo Stato paga le bollette delle imprese o le imprese licenziano i lavoratori oppure ancora falliscono e chiudono”.

 

 

Musica e parole di Luigi Di Maio, messe, nero su bianco, sulla propria pagina Facebook. “Confcommercio ci dice che, a causa di queste speculazioni sul gas, rischiano di chiudere 120mila imprese e 370mila lavoratori rischiano di perdere il lavoro. Davanti a uno scenario così drammatico, attaccare la nostra proposta significa non avere rispetto degli italiani. Nel frattempo dobbiamo batterci per ottenere in Ue il tetto massimo al prezzo del gas. Le forze politiche che dicono di no al #TagliaBollette e al tetto massimo stanno voltando le spalle agli italiani. Noi andiamo avanti: più siamo e maggiore sarà la nostra forza per realizzare il Taglia-Bollette”. La domanda che molti Italiani si pongono, al di là della proposta politica, è la seguente: ma perché Gigino non prova a convincere SuperMario della bontà del suo suggerimento? Nel dubbio, le preoccupazioni per ottobre restano le stesse.

 

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