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Salario minimo e condoni, le contraddizioni di Enrico Letta

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La campagna elettorale del Partito Democratico è già riuscita a fare breccia scatenando l'ilarità del web e non solo perché alcuni temi trattati vengono bollati come anacronistici ma perché mettono a nudo le contraddizioni dello stesso segretario Pd, Enrico Letta.

 

"Rea", la sua genialata dei manifesti basati sulla contrapposizione destra-sinistra pubblicati sui social. «Una comunicazione brutale per dare la sveglia agli italiani», per dirla con lo stesso capo del Nazareno. Che, però, ancora una volta, ha fatto autogol non con uno ma bensì con due meme pubblicati. Il primo, spezzato in due parti, con il lato sinistro di colore nero e in cui campeggia uno slogan «Lavoro sottopagato», mentre nella parte destra, di colore rosso, si legge la controproposta del Pd «Salario minimo», il tutto risaltato da una gigantografia di Letta sorridente.

 

Apriti cielo. Il primo attacco arriva dal partito di Giuseppe Conte. «Tutto chiaro dalle parti del Pd: a chiacchiere dalla parte dei lavoratori, nei fatti contro», recita un post pubblicato su Facebook del MoVimento 5 Stelle, che sottolinea la mancanza di una linea condivisa sul salario minimo all'interno del Partito Democratico. «Dopo aver ostacolato la nostra proposta di legge in Parlamento - si legge nel post - con l'inizio della campagna elettorale il Pd ha riscoperto il salario minimo. E cosa ne pensano l'ex leader della Cgil, Susanna Camusso ("sottende l'idea di un mondo senza contratti collettivi di lavoro") e Annamaria Furlan ("mettiamo a rischio tanti lavoratori di vedere diminuire il loro salario"), già segretaria generale della Cisl? Ambedue sono candidate nel Pd e in passato hanno detto cose molto chiare in proposito».

 

Altri attacchi all'ex premier, arrivato con il secondo manifesto. Stessa grafica, ma con la dicitura, «Più condoni per gli evasori/Meno tasse sul lavoro». Puntuale, l'onnipresente sui social, Carlo Calenda. «E il tuo condono del 2013 dove ti colloca? Oppure valgono solo quelli di destra! Ci sono i condoni moralmente superiori e quelli moralmente condannabili», replica il leader di Azione su twitter all'ex compagno di partito Letta. Il riferimento di Calenda è relativo alla norma approvata nel 2013 dallo stesso Letta, allora premier, con la quale dava vita a un condono fiscale a favore delle concessionarie di slot machine non in regola con il fisco. Certo è che è difficile pensare di vincere le elezioni semplicemente puntando il dito contro l'avversario su ogni tema o usare il populismo come "acchiappa" voti se poi non si propone una visione alternativa e migliore. Ma questa è altra storia.

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