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Sondaggi, centrodestra verso il cappotto nei collegi: il dato che fa tremare per il Pd

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Un distacco di oltre venti punti percentuali quello tra il centrodestra e il centrosinistra. L'ultimo sondaggio politico di Tecnè realizzato per Mediaset e mostrate lunedì 29 agosto da Quarta Repubblica mostra riporta infatti un vantaggio da parte della coalizione formata da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sulla compagni guidata dal Pd di Enrico Letta del 20,6 per cento. Ma non è questo l'unico dato clamoroso della rilevazione presentata da Nicola Porro.

 

Il primo partito è sempre quello guidato da Giorgia Meloni con il 24,6% dei voti, seguito dal  Pd, stabile al 22,2%. La Lega di Matteo Salvini raccoglie il 12,9%, il M5S di Giuseppe Conte in crescita è al 10,9%, stesso dato di Forza Italia. Il Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda è stato scelto dato dal 5,1% degli intervistati.

 

Tutti gli altri vedono a fatica l’asticella del tre per cento, soglia di sbarramento del Rosatellum. Sinistra Italiana ed Europa Verde sono al 3,1%,  +Europa di Emma Bonino al 2,4%, ItalExit di Gianluigi Paragone al 2,6%, Noi Moderati all’1,3%, e solito dato drammatico per Impegno Civico di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci che chiudono la classifica dei partiti in crossa alle elezioni del 25 settembre con lo 0,8%.

 

Dicevamo del distacco tra le coalizioni nella corsa per i collegi uninominali: il centrodestra in crescita ha il 49,7% delle preferenze "sulla carta", il centrosinistra in calo  il 28,5%. Quantificando, il centrodestra potrà contare su un numero  di deputati alla Camera che va da 254 a 264 eletti, il centrosinistra 83-93 seggi. Conte può eleggere 27-29 deputati, il Terzo polo 12-14. Al Senato, invece, il centrodestra potrà contare su 126-134 senatori contro i 40-48 del centrosinistra, i 13-15 del M5S e i 3-6 del Terzo Polo. Visto il trend crescente di Meloni, Salvini e Berlusconi, e quello calante di Letta, il centrodestra è molto vicino alla conquista in entrambi i rami del Parlamento dei due terzi dei seggi, maggioranza che permette riforme alla Costituzione senza passare per il referendum. 

 

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