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Partiti divisi sul tetto al prezzo del gas. E Matteo Salvini avverte: “C'è il rischio di razionamenti”

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Luigi Frasca
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Quella del gas appare sempre di più una corsa incontrollata che lascia attoniti anche i partiti, divisi sulla proposta di inserire un price cap europeo o se agire a livello nazionale, con un decreto che possa frenare i rincari in bolletta. «I rialzi odierni confermano l'urgenza di un intervento drastico che ponga un tetto fissato al prezzo dell'elettricità. E la necessità di raddoppiare il credito d'imposta per Energia che consenta il recupero di parte degli enormi aumenti in corso. Ne va della tenuta del Paese», è l'allarme lanciato dal segretario Pd, Enrico Letta. A Bruxelles qualcosa si muove. Il presidente di turno dell'Unione Europea, il premier ceco Petr Fiala, annuncia che «la presidenza di turno convocherà una riunione urgente dei ministri dell'Energia per discutere misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica». Una buona notizia, per il segretario dem, sostenitore del tetto al prezzo del gas, come fatto in Gran Bretagna. Una proposta che si scontra con lo scetticismo di Carlo Calenda: «Il tetto al prezzo del gas non si può fare perché sennò le forniture di gas vanno altrove. Letta, al momento, non ha preso posizione sul rigassificatore di Piombino», aggiunge Calenda.

 

 

«Mi spiace per Calenda e la sua combriccola, ma il rigassificatore non c'entra nulla», è la replica del leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «Non risolve il problema nell'immediato. Lo sanno loro e lo sappiamo noi, basta perdere tempo. Servono almeno 50 miliardi di euro subito. E una soluzione c'è: tassare al 100% i miliardi di extraprofitti delle compagnie energetiche (che ammontano a oltre 50, infatti) e usarli per aiutare famiglie e imprese. Tutto il resto è chiacchiera». Non è ottimista il leader della Lega che vede materializzarsi lo spettro di un razionamento dell'energia. «Il rischio in autunno c'è. Se il prezzo non scende, il prossimo Governo dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese», avverte Matteo Salvini. Una ipotesi che il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, stigmatizza così: «Non terrei in considerazione quello che dice Salvini. Chi ha provocato la caduta del governo, oggi dovrebbe tacere». Il ministro assicura che «il governo sta facendo di tutto per evitare il razionamento» e «adotterà provvedimenti incisivi». Di un decreto del governo parla anche Silvio Berlusconi: «Ai prezzi attuali» del gas «si rischia un disastro per le famiglie, che si troveranno di fronte al dilemma fra fare la spesa o pagare le bollette, si rischia un disastro per le imprese, che dovranno o ridurre il personale ed aumentare i prezzi dei loro prodotti o addirittura chiudere, e io ho chiesto per primo al governo di intervenire e ho notizia che si sta disponendo un decreto».

 

 

Intanto le tensioni dei mercati tornano a farsi sentire anche sulla rete dei carburanti, dove il diesel ha superato il prezzo della benzina. Una spirale che non sembra attenuarsi e che porta a risparmiare sul pieno di benzina, semplicemente evitando di farlo. Secondo i dati Unem (Unione energie per la mobilità) c'è stato un calo dei consumi petroliferi a luglio 2022; si tratta di poco meno di 5,2 milioni di tonnellate (meno 8,4% rispetto a luglio 2019). E i consumi di carburanti, come benzina e gasolio, sono stati pari a 2,8 milioni di tonnellate, 0,7 milioni per la benzina e 2,1 milioni per il gasolio. Ovvero dati più bassi del 2,6% - meno 76mila tonnellate- rispetto allo stesso mese del 2021. È - afferma l'Unem - il primo calo dei consumi di carburante da febbraio 2021. E per agosto 2022, è atteso un ulteriore rallentamento dei consumi. C'è intanto movimento sui prezzi della rete nazionale dei carburanti. Un giro che va al rialzo con il diesel «in forte salita» che supera in modalità self service 1,8 euro al litro, e la benzina a 1,7 euro al litro.

 

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