Caso Ruberti e liste elettorali, l'implosione del Pd parte da Roma
Liste ancora aperte in casa Pd ma la resa dei conti è già cominciata. La pubblicazione del video choc che ha portato alle dimissioni Albino Ruberti, capo di gabinetto del sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, e al ritiro della candidatura sul collegio proporzionale per la Camera dei Deputati Lazio 1 (Roma sud, Cimapino, Marino) di Francesco De Angelis, appare infatti sempre più come una sirena di guerra che non sembra ammettere prigionieri, delineando i contorni di un’implosione del partito di Letta. A mettere benzina sul fuoco poi la «sostituzione» dell’esponente frusinate con uno di Viterbo, il consigliere ragionale Enrico Panunzi.
Una beffa per gli esponenti romani rimasti invece fuori dalla partita del 25 settembre per fare spazio a vecchi - e forse ormai logori - equilibri di un partito che sembra aver cancellato sin troppo bene i pur recenti tempi cupi del «Mondo di Mezzo» e quel «rapporto Barca» che mise nero su bianco il livello di corruzione dei circoli capitolini. Eppure la «riconquista» del Campidoglio, dopo l’Anno Zero delle dimissioni di Ignazio Marino e i cinque anni "dormienti" di Raggi sembravano aver portato il Pd romano a nuova vita. Un equilibrio ritrovato non solo nella vittoria di Gualtieri ma anche nella composizione di giunta e incarichi di consiglio. Insomma una «pax romana» che avrebbe dovuto portare il partito di Letta a tenere alto il risultato non solo nelle prossime imminenti elezioni nazionali ma soprattutto nel tentativo di andare a una storica «tripletta» alla Regione Lazio. E già perché sul tavolo il piatto forse più ricco è proprio quello del voto di gennaio ed è meglio dunque parlare adesso a nuora affinché suocera intenda. Non a caso, la ricostruzione più attendibile sui motivi della furiosa lite scoppiata tra Ruberti e il fratello di De Angelis, Vladimiro, sarebbe la richiesta di supporto alla ricandidatura al Consiglio del Lazio dell’uscente Sara Battisti, attuale compagna del Ruberti stesso. E non a caso il video è stato dato alla stampa a due mesi di distanza dal suo accadimento e a quattro giorni dalla chiusura delle liste.
Prove di forza, accordi, candidature più o meno blindate e una resa di conti, appunto, cominciata con la lista dei prossimi parlamentari da eleggere il 25 settembre e che si concluderà con il voto, presumibilmente entro il prossimo gennaio, alla Regione Lazio. Sarà per questo che a rompere il silenzio imposto dal Nazareno sulla viceda Ruberti-De Angelis, è stato ieri un gruppo di consiglieri e assessori municipali romani. «A Roma e nel Lazio si continuano a muovere le pedine come tessere di un mosaico che però non si riesce a comporre perché si pensa più agli interessi personali e di parte che a quelli del territorio e dei rappresentanti territoriali. Astorre (segretario Pd Lazio ndr) si sta delineando sempre più come un capo bastone che un segretaro regionale aperto e inclusivo, che pensa agli interessi del territorio. Se Astorre vuole inserire nelle liste del Pd a Roma altri pezzi della sua corrente, allora lo dica chiaramente - si legge nella nota sottoscritta da venti tra consiglieri e assessori municipali - mentre si tengono candidati come Patrizia Prestipino, forti nel territorio, in posizioni di netto sfavore rispetto ad altri candidati provenienti da altre città che non hanno la minima idea della complessità dei territori di Roma. Chiediamo che nelle liste di Roma vengano inseriti candidati romani radicati sul nostro territorio che conoscono già tutte le problematiche da affrontare». Prova a gettare acqua sul fuoco il segretario romano dei dem, Andrea Casu: «Non permetteremo a un singolo fatto locale, avvenuto a Frosinone dopo una cena privata, di trasformarsi in un giudizio politico su tutti noi e sul lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo. Noi non siamo il Partito di Suburra. Noi Suburra la combattiamo a viso aperto, ogni giorno. Il Pd di Roma - aggiunge - ha compiuto un lungo percorso collettivo che ci ha portato a trovare, proprio negli anni difficilissimi della lotta al virus, l’unità e la determinazione che ci ha consentito insieme a Roberto Gualtieri di vincere le amministrative 2021 e portare in Campidoglio e nei Municipi una nuova generazione politica che oggi lavora pancia a terra per risolvere i problemi della città al fianco del Sindaco, della Giunta, dei nostri Presidenti e delle due donne che abbiamo scelto unitariamente per guidare il Gruppo Pd e presiedere l’Aula». Non basta però a ricomporre pezzi di un vaso già rotto. E questo lo sanno anche al Nazareno dove storia e soprattutto cronaca insegnano che l’esito delle urne è dettato sempre e comunque dalla «pax romana».