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Tg2 Post, Matteo Renzi affonda Luigi Di Maio: ha riscritto la parola vergogna

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Matteo Renzi va all'attacco e nel mirino ci finiscono tutti: centrodestra, sinistra e M5s. Ma è soprattutto contro Luigi Di Maio che il leader di Italia Viva scatena le sue ire. «Chi vota Letta riporta Di Maio in Parlamento - ha detto Renzi a Tg2 Post - Luigi Di Maio sta riscrivendo il senso della parola "vergogna". Da ministro degli Esteri ha smesso di preoccuparsi del mondo - ammesso che ne sia mai stato capace - e si occupa del suo partitello insieme a Tabacci. Si occupa solo di Pomigliano d’Arco dove mi auguro che non venga eletto».

Poi arriva il turno di Enrico Letta. «Fu l’ultimo premier che aumentò l’Iva. Aumentò lo scaglione dal 21 al 22% - ha detto Renzi - Il Pd ha scelto, secondo me Letta è rimasto fermo al 2014 ma invece siamo nel 2022. Le candidature del Pd sono fatti del Pd ma dalle candidature si capisce cosa si vuole fare. Se uno candida Crisanti che è uno dei virologi più famosi, che prima voleva tenerci chiusi a Natale, poi ad aprile voleva chiuderci in casa per salvare l’estate, poi in estate chiusi di nuovo perché altrimenti c’erano troppi morti. Ho paura che al primo raffreddore ci prendiamo una quarantena di due mesi e non ne usciamo».

 

 

Quanto al futuro politico, Renzi ha le idee chiare. «Credo che mi candiderò al Senato a Milano 2, nella stessa circoscrizione di Berlusconi». E l’alleanza con Calenda avrà un futuro politico? «Io penso che sia un seme. Noi abbiamo lavorato bene insieme quando siamo stati al governo insieme. Abbiamo fatto una cosa che è Industria 4.0 che non è il reddito di cittadinanza e Quota 100. È l’inizio di un percorso, il modello è quello francese di Emmanuel Macron e En Marche».

L'ultima stoccata è per i grillini che tanti danni hanno già fatto al Paese. «Le Olimpiadi a Roma non si sono fatte per colpa del M5s che non vuole bene all’Italia - ha concluso Renzi - Quelle Olimpiadi, che noi speriamo possano vedere gli azzurri stravincere nel 2024, si faranno invece a Parigi perché Grillo, Conte, Raggi e Di Maio hanno detto no, facendo del male al nostro Paese».

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