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Terzo Polo, "né Renzi né Calenda". Il retroscena sull'accordo dei leader

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L'intesa tra Matteo Renzi e Carlo Calenda è fatta, ma lo scatto che immortala la stretta di mano a futura memoria non c'è. I due leader, dopo giorni di trattative - scandite dal "ci siamo quasi" al "ci sono le premesse" al "è fatta, ma..." - si affidano ai social per annunciare la nascita del Terzo polo e di una alleanza che intende portare via elettorato sia al centrodestra che ai 'cugini' del Partito democratico. Sarà l'ex ministro al Mise a guidare la campagna elettorale. "Sì, ne sono molto contento e onorato e ringrazio Matteo Renzi per il gesto di generosità. Penso che quello che dobbiamo fare adesso e smetterla di parlare di alchimie e parlare di programmi. Noi abbiamo già iniziato spiegando che c'è uno spazio importante per persone che vogliono un Italia seria, che dice quello che vuole fare, che non fa una lotta contro gli altri, ma fa la lotta per il paese", commenta a caldo Calenda. Il passo indietro dell'ex premier era stato ampiamente annunciato e ha pesato anche - filtra dal tavolo della trattativa - sulla spartizione dei collegi.

Alla fine l'accordo tra Azione e Italia viva si chiude 50 e 50 con la leadership affidata appunto a Calenda. Un compromesso a cui l'europarlamentare ha dovuto cedere per vedere primeggiare il suo nome sul simbolo. "Io faccio politica da tanti anni e ho avuto l'onore di servire ai livelli apicali la mia città, il mio Paese, la mia comunità. Ho imparato che bisogna sempre essere ambiziosi, puntare in alto, non sognare in piccolo. Ma ci sono dei momenti in cui le ambizioni personali lasciano il passo ai sogni collettivi. Servono gli assist per fare i gol", scandisce il senatore fiorentino.

Il contrassegno - che racchiudere in alto, su sfondo blu, i due simboli dei partiti, mentre nella parte bassa (su sfondo bianco) oltre al nome di Calenda in maiuscolo anche la scritta Renew Europe - sarà consegnato domani al ministero dell'Interno insieme alla dichiarazione di apparentamento e il programma. Poco più di 20 punti, l'intesa tra Renzi e Calenda ricalca l'agenda di Mario Draghi, con "l'obiettivo - è il refrain dei due leader - riportare a palazzo Chigi" l'ex capo della Bce. Una condivisione di intenti - la visione politica di Azione e Italia viva converge infatti in molti punti - dal termovalorizzatore, alle misure economiche, tranne che sul reddito di cittadinanza su cui le due forze politiche hanno faticato per giungere a un compromesso.

Calenda front-runner e Renzi assist-man. È questo il duo politico (che vedrà in squadra anche Federico Pizzarotti, ex M5S) che vuole tirare la volata al Terzo polo. E l'ex premier rivendica il suo ruolo. Prima che si ufficializzi l'accordo spunta, infatti, in rete un video che lo vede, durante una partita di calcio, passare la palla a un compagno mandandolo in gol. "Anche in politica servono gli assist", commenta Renzi e dopo pochi minuti l'annuncio: "Abbiamo deciso di provarci. Il 25 settembre troverete sulla scheda elettorale anche questa possibilità: non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità". E infine l'appello alla sua comunità: "Adesso tutti al lavoro con Carlo e gli amici di Azione per salvare l'Italia dai sovranisti e dai populisti". A stretto giro il cinguettio dell'alleato: "Nasce oggi per la prima volta un'alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi".

E chi per due giorni ha atteso un incontro, dopo faticosi appostamenti, dunque, è rimasto deluso. I due leader si vedranno - assicura lo stesso ex ministro - saranno insieme in diverse iniziative, ma oggi si è voluto evitare - a distanza di una settimana dal divorzio da Enrico Letta - un'altra foto con una stretta di mano o un bacio a favore di telecamere. Calenda resta a Roma, mentre Renzi torna nella sua Toscana, per partecipare al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, e assicura: "La politica non può fare a meno di noi".

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