Mogli in Parlamento, lady Franceschini e la signora Fratoianni verso la candidatura
La politica è sentimento, dunque è assai probabile che si intrecci con l'altro sentimento, il più nobile di tutti, l'amore. La stracitata metafora italiana di tutto ciò fu la liason tra Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, che continuarono a chiamarsi per cognome in pubblico, nelle lunghe giornate in cui la vita s'agganciava alla prassi del Partito Comunista Italiano. È storia, quella.
Calenda e il "bacio" con Fratoianni, retroscena sullo strappo. Sinistra in tilt
Eppure tra cuore sentimentale e cuore dell'impegno vi è un intreccio difficile da districare, che spesso emerge dai rumors e piomba nel confronto pubblico. Come in questa tornata elettorale. In cui pare certa la corsa di Michela Di Biase, consigliera regionale del Pd, un passato in Campidoglio, sposata con Dario Franceschini. Ora, pare che ella sia in procinto, dopo anni di politica territoriale, di compiere il grande salto, e sostenere che il consorte veda la cosa di buon occhio è un eufemismo. Così come si è molto scritto e sussurrato, in questi giorni, circa il destino di Elisabetta Piccolotti. Trattasi della moglie del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, e dirigente del partito in Umbria. Ultimamente lei è molto presente sui talk televisivi e i retroscena hanno dato conto di un impegno del marito per assicurarle lo sbarco in Parlamento, che lei mancò, la volta scorsa, per un soffio. Così come, a quanto pare, sarà sicuramente confermata alla Camera Marta Fascina, compagna di Silvio Berlusconi. Una storia, la loro, nata nel corso di questa legislatura, e venuta alla luce nella fase iniziale del Covid. Al di là dell'aspetto patinato della liason, un certo ruolo politico di Marta Fascina si è appalesato durante i concitati vertici del «centrodestra di governo» (espressione ormai desueta) nei giorni della crisi dell'esecutivo Draghi.
Calenda rompe con Letta? Pure lui diventa "fascista"
E poi c'è un evergreen, ossia Clemente Mastella. Anche lui pare che stia lavorando per una riconferma della sua signora, Sandra Lonardo, per quanto sia tutto molto difficile, specie considerando la corsa solitaria del movimento «Noi di centro». In questa legislatura, peraltro, Lonardo è stata il prolungamento parlamentare delle strategie del marito, sindaco di Benevento. Appena lui provò, con le sue interlocuzioni, a gettare le basi per un terzo governo di Giuseppe Conte (prodromico a una nascita di un partito personale), lei uscì da Forza Italia e se ne andò al gruppo misto del Senato, nell'ottica di sostenere questo nuovo esecutivo. E poi c'è anche un caso inverso, per quanto virtuale. Qualche giorno fa, un sito che si occupa di questioni piemontesi, Lospiffero, ha rivelato un cambio di testimone, dove stavolta un «lui» subentrerebbe a una «lei». Si tratta del ministro uscente Fabiana Dadone. Pentastellata, è al secondo mandato e come noto non è stata sancita la deroga al limite. Per questo motivo, il sito riportava l'ipotesi di una corsa del suo compagno. Un altro sito di cronaca locale, poi, ha confermato l'evoluzione della cosa. Durante una riunione di attivisti, Ergys Haxiu, questo il nome dell'uomo, avrebbe annunciato l'intenzione di autocandidarsi per le «parlamentarie».