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Elezioni, accordi a suon di collegi con rossoverdi e Luigi Di Maio. Enrico Letta sempre più disperato

Gianni Di Capua
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Un accordo a più punte, e più programmi, per battersi ad armi pari contro «le destre». In uno dei sabati più caldi dell’anno Enrico Letta vede prima i leader di Europa Verde e Sinistra italiana, poi Luigi Di Maio e Bruno Tabacci, di Impegno civico. L’esito è un’alleanza elettorale, con il 20% dei collegi uninominali a disposizione del Pd assegnati a Ev-Si e con Impegno civico. Chiuso il quadro delle alleanze «rimbocchiamoci le maniche e andiamo in giro per il Paese a convincere gli italiani» tira le somme in serata il leader dem. «Un patto per la Costituzione. L’intesa con Europa Verde e Sinistra Italiana è per difendere la Costituzione. Siamo diversi ma sappiamo che le nostre divisioni alle elezioni potrebbero, con questa legge elettorale maggioritaria, dare alle destre il potere di stravolgere la Carta» ha detto Letta.

 

 

«Non sto parlando di un accordo di governo: la legge elettorale può portare la destra unita ad avere la maggiorana dei 2/3 del Parlamento. Io lancio questo allarme. Se non facessimo questi accordi elettorali, che sono a difesa della Costituzione, la Costituzione sarebbe a rischio, potrebbe essere riformata da soli da Salvini e Meloni», ha spiegato il leader dem presentando l’accordo e sottolineando che «si muove su un piano differente» rispetto a quello con Azione.

 

 

 

In una seconda conferenza stampa con Di Maio e Tabacci Letta ha annunciato «l’accordo per andare insieme nella parte degli uninominali della legge elettorale». «Abbiamo convenuto una relazione fra noi di 92 a 8 per cento». Ora «si volta pagina. Si chiude un capitolo e da domani rimbocchiamoci le maniche». E Di Maio ha spiegato che «le coalizioni sono definite, sono chiare, da oggi si entra nel vivo», «siamo assolutamente convinti di questa alleanza e questa intesa sulla base dell’agenda Draghi». Alla fine il Pd dovrebbe presentarsi nel 58% circa dei collegi uninominali, il 24% dovrebbe essere destinato a esponenti di Azione-+Europa, il 14& a Verdi e Sinistra italiana, il 4% a Impegno civico. Carlo Calenda intanto tace e dirà la sua oggi.

 

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