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Approvato il ddl Concorrenza: pagano solo i balneari. Stabilimenti a gara dal 2023

Christian Campigli
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Una decisione storica. Che rischia di mandare al tappeto un intero settore. Da sempre parte integrante di un comparto, quello turistico, prioritario per l'economia del nostro Paese. È stato approvato anche alla Camera il disegno di legge sulla concorrenza. La maggioranza che ha, fin qui, appoggiato il Governo dei Migliori, ha detto sì anche all'articolo 3, quello che introduce le gare per le concessioni balneari entro il 31 dicembre 2024. Un'autentica apocalisse, per chi nel corso degli ultimi cinquant'anni ha avuto la gestione delle spiagge italiane. Dopo vent'anni di rinnovi automatici agli stessi titolari, che ora potranno comunque competere per riottenere le concessioni, si cambia musica. Perché «ce lo chiede l'Europa». Un mantra sempre valido per indorare la pillola, specialmente d'estate. Alla base di questa rivoluzione copernicana la mitologica direttiva Bolkestein, a cui l'Italia non si era ancora adeguata. Va detto che ci sarà un riconoscimento, una sorta di bonus per chi, negli ultimi anni, potrà dimostrare un'esperienza professionale nel settore. Un punteggio che sarà utile, almeno in parte, per partecipare alle future gare. Che, ed è questa la vera preoccupazione degli imprenditori italiani, rischiano di essere vinte senza colpo ferire dalle multinazionali a stelle e strisce o dai fondi di investimento dei ricchi paesi arabi. Una sorta di globalizzazione due punto zero anche delle nostre spiagge.

 

 

Colossi a dieci zeri, in grado di alzare la posta e di mandare ko le nostre, piccole imprese a conduzione familiare. Restano ancora da definire i criteri per il calcolo dell'indennizzo ai concessionari uscenti in caso di passaggio del titolo. Una bella gatta da pelare, demandata al prossimo governo. La norma è passata con una larghissima maggioranza, 345 voti favorevoli e solo 41 contrari. I balneari sono rimasti molto delusi dall'atteggiamento di Lega e Forza Italia, che hanno votato insieme al Pd e ai Grillini. C'era la convinzione che, dopo lo stralcio della norma sulla liberalizzazione delle licenze di taxi e Ncc, anche la modifica dell'universo balneare avrebbe subito uno stop. Magari in attesa dei risultati del voto di settembre. Così invece non è stato. Nei prossimi giorni il provvedimento tornerà in Senato per la terza lettura, dove verosimilmente otterrà il via libera definitivo.

 

 

«A poche settimane dalle elezioni politiche - ha affermato Maurizio Gasparri - Forza Italia ritiene di poter affermare la necessità di non perdere le risorse del Pnrr, ma allo stesso tempo di impegnarsi a modificare la norma appena insediato il prossimo governo che sarà certamente a guida centrodestra». Fratelli d'Italia ha voluto, al contrario, sottolineare come la propria posizione sia lontana sia dal movimento guidato da Silvio Berlusconi che dalla Lega. «Il nostro è stato l'unico partito che ha votato contro - ha tuonato Riccardo Zucconi - Siamo gli unici che hanno difeso i balneari». Dalla Versilia alla riviera romagnola, dal Conero alla Sicilia si sprecano i commenti rabbiosi di chi, da una vita, accudisce e coccola i turisti di mezzo mondo che scelgono le nostre magnifiche spiagge. «Ritengo questa vicenda una vera vergogna - ha denunciato il presidente Assobalneari Italia, Fabrizio Licordari - per come è stata condotta da questo governo e per gli argomenti denigratori portati avanti attraverso una vera campagna di stampa ben organizzata e pilotata, e utilizzati per perseguire l'obiettivo di dare la possibilità a gruppi economici importanti e stranieri di impossessarsi delle nostre coste».

 

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