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Crisi di governo, "ricandidano Draghi". L'indiscrezione bomba: il piano di Letta e Renzi

Christian Campigli
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Un terremoto politico. Un'indiscrezione che potrebbe ridisegnare, in un attimo, l'intero scenario politico nazionale. Matteo Renzi avrebbe chiesto a Mario Draghi di candidarsi nelle fila del centrosinistra. Come leader e futuro premier. Il nativo di Rignano ne avrebbe già parlato con Enrico Letta, il quale si sarebbe detto entusiasta della proposta. Numerose, però, le incognite e i problemi. Prima tra tutte la risposta dell'ex presidente della Banca Centrale Europea. Se la stessa domanda fosse stata posta otto mesi fa, l'allievo prediletto di Federico Caffè avrebbe letteralmente riso in faccia al proprio interlocutore.

Oggi lo scenario è completamente cambiato. Draghi vuol terminare il lavoro iniziato. In molti, anche in Europa, fanno pressioni perché sia lui a gestire i soldi del Pnrr e, soprattutto, questa complicata fase della guerra in Ucraina. Secondo l'intelligence statunitense, l'attacco finale russo sarebbe prossimo. Un'eventualità tutt'altro che remota, che presuppone nervi d'acciaio per valutare cosa fare e come farlo. Se accettare, di buon grado, l'eventuale sconfitta di Vododymyr Zelensky e tornare a comprare da Gazprom o se scendere in campo. In prima linea. Scelte che i poteri forti continenti e quelli oltre oceano non vorrebbe venissero prese da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Quest'ultima poi, con il suo riferimento alla richiesta "di pieni poteri", ha irritato e non poco Draghi.

Ovviamente questa supposizione sottintenderebbe la fine del campo largo, dell'alleanza tra Partito Democratico e grillini e la creazione di una coalizione di centrosinistra più tradizionale. Un'ipotesi elettorale che comprenderebbe Letta e Renzi, Calenda e Di Maio. Tutti uniti nel segno e sotto l’egida di Mario Draghi. 

Il Pd, terrorizzato di ripetere lo stesso errore del 2011 e di pagare il medesimo scotto, non vuol rinunciare a governare. Consapevole che il potere crea potere. Una decisione, quella che dovrà prendere nei prossimi giorni Mario Draghi, tutt'altro che semplice. E che rischia di trasformarlo da "nonno al servizio della istituzioni" in leader indiscusso del centrosinistra.

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