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Governo, Mario Monti: ecco perché Draghi resterà a Palazzo Chigi. Pietra tombale sul voto anticipato

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Alla fine il modo per continuare si troverà e le elezioni anticipate non ci saranno. La previsione e l'analisi su Mario Draghi viene dal primo tecnico al governo, Mario Monti, che molto condivide per storia e carriera con l'attuale inquilino di Palazzo Chigi. "Non credo che Mario Draghi abbandonerà in questo momento la responsabilità di presidente del Consiglio. Sarebbe una mancanza di rispetto verso il Paese e i cittadini", scrive il senatore a vita in un lungo editoriale in cui si unisce alle voci di quanti, nel nostro paese e all’Estero, stanno chiedendo al premier di tornare sui propri passi, ritirare le dimissioni, e proseguire l’esperienza di governo fino a fine legislatura.

 

Per Monti "è totalmente comprensibile l’amarezza provata di fronte ai meschini giochi praticati da vari partiti" ma, allo stesso tempo "non si può accettare che i fulmini dei giorni scorsi carbonizzino la vita politica e in tal modo ’adducano infiniti lutti' agli italiani, in una fase già piena di difficoltà".  Monti confida nel miglior esito di quelli che il ministro leghista Giancarlo Giorgetti ha definito i "tempi supplementari" della crisi, decretati col rinvio alla Camere del premier da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Difficile dire come reagiranno le forze politiche - scrive - dico ’forze', ma in realtà sono quasi tutte sofferenti e a brandelli; la 'forza' è quella di Draghi".

 

Insomma, Monti è convinto "che il capo del governo non lascerà" ed elenca tre motivi. Il primo è il "rispetto del Paese", sulla base di un "vero rapporto morale" coi cittadini, anche alla luce della richiesta del presidente Sergio Mattarella. La seconda ragione è il "rispetto della propria legacy" ossia della propria eredità politica. "Draghi non lascerà. Egli è stato chiamato a risolvere le difficoltà dell’Italia" ma "il cammino è incompiuto". La terza ragione è legata al fatto che la credibilità del paese tracollerebbe. Se "perfino l’italiano più credibile e rispettato decide di lasciare prima del tempo un impegno di così grande responsabilità"... è il ragionamento che farebbero in Europa. Insomma, tanto rumore per nulla? 

 

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