Giorgia Meloni impallina i sindaci pro Draghi: senza pudore, Comuni come sezioni di partito
Il fronte dei sindaci in favore del governo di Mario Draghi è "senza pudore", accusa leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. "Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all’immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo", afferma la presidente di FdI.
Draghi non cede, M5s allo sbando: ecco perché si va verso le elezioni anticipate
Sabato 16 luglio i sindaci di tredici grandi città hanno firmato un appello a Draghi affinché resti a Palazzo Chigi. Una richiesta bipartisan. Matteo Lepore (Bologna), Gaetano Manfredi (Napoli), Luigi Brugnaro (Venezia), Marco Bucci (Genova), Antonio Decaro (Bari), Michele De Pascale (Ravenna), Giorgio Gori (Bergamo), Roberto Gualtieri (Roma), Stefano Lo Russo (Torino), Dario Nardella (Firenze), Maurizio Rasero (Asti), Matteo Ricci (Pesaro) e Beppe Sala (Milano) i firmatari della lettera in cui si legge: "Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell'emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà".
"Arrivano i barbari..." Crosetto smaschera il gioco sporco: il presagio su voto e italiani
Argomenti che non scalfiscono Meloni. "Indipendentemente da chi li ha votati, mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura", conclude la leader di FdI.