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Crisi di governo, telefonata tra Berlusconi e Matteo Salvini: la mossa del centrodestra

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Avanti con Mario Draghi, ma senza il M5S. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, pur senza dirlo apertamente, lavorano per il Draghi bis, unica vera alternativa alle elezioni anticipate. Il presidente di Forza Italia e il segretario della Lega spiega una nota congiunta dei due partiti- si sentono telefonicamente e concordano la linea. «Dopo quello che è successo, il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica», recita il comunicato. Pochi giorni fa, prima dello strappo di Giuseppe Conte, Salvini e il Cav erano su linee un po' diverse. Il leader del Carroccio aveva subito ammonito: «Senza il M5S non c'è maggioranza, il governo cade e si va al voto».

Più prudente Berlusconi in una intervista a La Stampa, in cui già evocava la possibilità di andare avanti con il governo senza il M5S, «perché i numeri ci sono». Poi la nota della Lega che parlava di completa sintonia tra i due leader. Ma anche giovedì sera, a crisi ormai aperta, Salvini invitava a non aver paura del voto. Poi però arriva la lieve inversione di rotta. Le elezioni anticipate sono considerate una strada, ma l'ipotesi di un governo Draghi bis sostenuto da una maggioranza senza il M5S non viene esclusa. Il ragionamento è semplice.

Il centrodestra vincerebbe le elezioni, ma si troverebbe a dover gestire un autunno caldo. Meglio allora proseguire altri sei-sette mesi, fare la legge di Bilancio, mettere in sicurezza il Pnrr, varare i provvedimenti su caro benzina, inflazione, bollette energetiche e salari e poi, a lavoro finito, tornare a votare e vincere le elezioni. Qualche mese in più - il ragionamento in FI - non fa differenza per il centrodestra, ma per il Paese sì. «Faremo il bene dell'Italia e degli italiani», spiega Salvini durante i colloqui tenuti ieri mattina con i dirigenti leghisti. Berlusconi, dal canto suo, segue gli sviluppi della crisi da Villa Certosa, in Sardegna. Il leader azzurro sente Salvini, ma anche il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa per fare il punto della situazione politica e ribadire l'importanza dell'unita della coalizione di fronte a un possibile ritorno alle urne. Berlusconi lavora a stretto contatto con il vicepresidente e coordinatore nazionale di FI Antonio Tajani e con Licia Ronzulli, senatrice e responsabile dei rapporti con gli alleati. Il voto non lo spaventa, anzi. Lega e FI e Udc sono pronte alle urne, confortante anche dagli ultimi sondaggi.

Da Villa Certosa il Cav tesse la sua tela vestendo i panni del «federatore» e insieme a Salvini decide di chiudere la porta ai 5 Stelle. «Lega e Forza Italia - recita la nota congiunta - prendono atto della grave crisi politica innescata in modo irresponsabile dai 5 Stelle che, come ha sottolineato il Presidente Mario Draghi, ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo». «Dopo quello che è successo - dicono ancora i due leader - il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul M5S in questa fase così drammatica. Noi siamo alternativi a chi non vota miliardi di aiuti alle famiglie, a chi si oppone a un termovalorizzatore fondamentale per ripulire Roma e tutelare così milioni di cittadini, a chi difende gli abusi e gli sprechi del reddito di cittadinanza, a chi sa dire solo dei No», aggiungono i due partiti.

«Ascolteremo con rispetto e attenzione le considerazioni del Presidente Mario Draghi, che ha reagito con comprensibile fermezza di fronte a irresponsabilità, ritardi e voti contrari. Il centrodestra di governo continuerà a difendere gli interessi degli italiani con serietà e coerenza, non avendo certamente timore del giudizio degli italiani», conclude la nota. Le elezioni anticipate non spaventano e sono l'unica alternativa al Draghi bis senza i 5 Stelle, soluzione preferita da Berlusconi e non affatto esclusa da Salvini.

Lo stesso Cav potrebbe sentire nelle prossime ore Draghi e, insieme con Salvini, sta valutando la necessità di convocare un vertice di coalizione e di vedersi in presenza, magari a Villa La Certosa, insieme ai centristi, la prossima settimana, probabilmente lunedì. Intanto Salvini, come accaduto già venerdì, passa la giornata in incontri, telefonate, videocollegamenti con i dirigenti leghisti. «C'è piena sintonia su cosa fare nei prossimi giorni e totale condivisione delle parole del presidente Mario Draghi, secondo il quale lo strappo ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo, per le scelte irresponsabili dei 5 Stelle, i più validi alleati del Pd». Salvini si consulta con Giancarlo Giorgetti, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, Luca Zaia, i vicesegretari, i capigruppo e Roberto Calderoli. «Faremo il bene dell'Italia e degli italiani», ribadisce Salvini ai suoi.

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