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Cannabis, lite interna nel Pd. L'ira su Mattia Santori: “Mina la credibilità delle istituzioni”

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Ancora bufera su Mattia Santori. Il leader del movimento delle Sardine e consigliere comunale del Pd a Bologna è stato attaccato da Federica Mazzoni, segretaria provinciale dem, dopo le sue dichiarazioni pubbliche in cui ha affermato di coltivare piantine di cannabis e di fare uso di marijuana abitualmente. Santori ha replicato e ne è nata una lite tutta interna al Pd: “Avrei voluto rispondere agli attacchi ignobili della destra, agli esposti di Fdi, alle querele di Salvini, e invece mi trovo a rispondere alle ramanzine della segreteria provinciale del Pd, che con un comunicato ad orologeria firmato da Federica Mazzoni mi ricorda che starei 'minando la credibilità delle istituzioni’. Ci sono temi su cui il Pd è pronto a battersi e altri, molti purtroppo, su cui il progressismo della base viene annacquato dall’equilibrismo della dirigenza. La verità è che fino a prova contraria io ad oggi ho la fedina penale pulita mentre voi nei vostri comunicati vi guardate bene dall’entrare nel merito della questione che ho sollevato con la mia autodenuncia”.

 

 

"La verità è che se davvero sosteneste il ddl Magi oggi - scrive Santori - difendereste chi viene processato per autocoltivazione ad uso personale, ma la coerenza politica non sapete neanche dove stia di casa. La verità è che tirando le orecchie a me state calpestando la dignità di una comunità politica vastissima che guarda caso oggi si rivolge ad altri partiti (o a nessun partito). La verità è che le vostre posizioni non sono poi così dissimili da quelle della Lega, e mi viene da pensare che forse non solo a destra tifano per un mio arresto. Cari dirigenti del Pd, forse non ve ne siete resi conto, ma il Paese che tanto amate è il fanalino di coda in Europa sui diritti civili. E questo succede perché oltre a non avere una maggioranza in Parlamento abbiamo poca fame di politica fuori dal Parlamento, nelle istituzioni e per le strade”.

 

 

“Cara Mazzoni, domani sarò davanti al Parlamento a raccontare le storie di ingiustizie dell’attuale sistema repressivo insieme a Magi, Cappato, Soldo, Orfini e altri esponenti del tuo partito. Ci sarò come cittadino, perché mi fa ribrezzo sapere che ad oggi la mia vita viene regolamentata da una legge di 30 anni fa, che non tutela nessuno se non la criminalità organizzata. Qualcosa mi dice che tu non ci sarai, come non c’eri nelle altre occasioni. Qualcosa mi dice che non ci sarà neanche Letta, che pure è stato eletto deputato ed è coinvolto in prima persona. Ma la speranza - la chiosa finale - è l’ultima a morire, specialmente per chi come si batte per credere in un Pd migliore".

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