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M5s e sondaggi, Renato Mannheimer gela Giuseppe Conte: "Anche se esce dal governo..." Destino segnato

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Restare nel governo dopo giorni di tira e molla o staccare la spina (anche se è tutt'altro che escluso che il governo di Mario Draghi non possa andare avanti lo stesso). Il dilemma del Movimento 5 Stelle e del suo leader Giuseppe Conte è al centro della puntata di martedì 12 luglio de L'aria che tira, il programma di La7. Mentre il premier, riportano i retroscena, ha "le tasche piene" del ricatto grillino, si fanno anche i conti della possibile convenienza di un'uscita dalla maggioranza da parte del Movimento. 

I sondaggisti da giorni ripetono che il M5s ha una base, una sorta di tesoretto, di circa il 10 per cento. Aumenterà se Conte staccherà la spina? "Capisco i 5Stelle. Sono terrorizzati dal calo di voti che vedono nei sondaggi, qualcuno ha detto che alle prossime elezioni scompariranno", afferma il sondaggista Renato Mannheimer. Le ultime fibrillazioni, spiega, sono finalizzate a rafforzare la loro immagine per distinguersi dal resto del governo. "Io temo che questo non funzioni per l'elettorato", argomenta Mannheimer che parla di movimentismo senza contenuti: "Non conquista gli elettori che sono sfiduciati e che, come visto dai flussi elettorali, sono andati verso l'astensione e altri partiti".  

Il sondaggista affronta poi il tema della riforma della legge elettorale. Sarebbe una buona cosa ma è difficile che i partiti trovino un accordo: "Un proporzionale con premio di maggioranza sarebbe utile all'Italia. La legge attuale ha il vantaggio di costringere i partiti a fare le coalizioni", ma Mannheimer resta pessimista sul fatto che si riesca a cambiare sistema di voto prima delle politiche 2023. 

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