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Covid, il sottosegretario Andrea Costa: liberiamo i positivi asintomatici

Gaetano Mineo
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Andrea Costa (Noi con l’Italia) continua la sua battaglia sull’eliminazione dell’isolamento dei positivi asintomatici. Ci crede, il sottosegretario alla Salute: «Sono stato tra i primi a portare il tema sul tavolo del Governo». Ma a oggi, è ancora lì. Intanto, il secondo richiamo (quarta dose) verrà esteso fino ai 60enni di certo entro l’autunno. Perché domani, a quanto pare, dall’Ema in merito non dovrebbe arrivare nessuna indicazione. Mentre il Green pass, oramai resterà un solo un ricordo (brutto). 
Sottosegretario Costa, si parla da settimane di nuove misure ma intanto i contagi schizzano, il tempo passa ma il governo finora non interviene.
«L’obiettivo del Governo è quello di non tornare indietro. Dobbiamo partire dalla consapevolezza che il contagio zero non è realizzabile e che l’unica soluzione è la convivenza con il virus. Al momento, dunque, sul tavolo del Governo non c’è nessuna misura restrittiva all’esame. Ritegno sbagliato sostenere, però, che il Governo non stia intervenendo, considerando che non abbiamo mai abbassato la guardia né mai smesso di monitorare la situazione. In questa direzione si sta procedendo al secondo richiamo per gli over 80 e al più presto, in accordo con Ema e Aifa, si sta valutando un ampliamento della platea fino ai sessantenni».
L’impennata delle infezioni, le reinfezioni oltre il 10%, c’è il rischio di un nuovo lockdown?
«Con la diffusione di una nuova variante altamente contagiosa, ma fortunatamente meno aggressiva, e l’allentamento di tutte le misure restrittive era prevedibile un aumento dei contagi. Ciò che dobbiamo osservare quotidianamente è il numero dei nuovi ingressi in terapia intensiva e nei reparti ordinari, che seppur in aumento, rimane ampiamente sotto controllo. Questa ondata, come tutte quelle precedenti, sarà autolimitante. Entro la fine del mese raggiungeremo il picco e poi i contagi torneranno a scendere, come sta già accadendo nei Paesi, come il Portogallo, colpiti prima dell’Italia da questa recrudescenza. Io credo, piuttosto, che il lockdown vero si rischierà se non iniziamo a una seria riflessione sull’eliminazione dell’isolamento dei positivi asintomatici».
A proposito di isolamento. Il professor Zangrillo ha sollevato un tema, condiviso da altri suoi colleghi: lavoratori che hanno contratto l’infezione e sono asintomatici stanno a casa «distruggendo il Paese». In altri termini, state affrontando il problema dei positivi asintomatici?
«Sono stato tra i primi a portare sul tavolo del Governo questo tema già numerose settimane fa. Se parliamo di ritorno alla normalità e di convivenza con il virus non possiamo non iniziare un percorso nel quale sia possibile eliminare l’isolamento dei positivi senza sintomi che dovrebbero poter uscire e potrebbero andare anche al lavoro, continuando a mantenere le consuete misure di sicurezza del caso. Questo dovrà essere un passaggio necessario per evitare di finire in un lockdown di fatto. Non possiamo permetterci di fermare nuovamente il Paese».
Siamo arrivati al punto che la gente non fa più i tamponi per evitare di intrappolarsi nella quarantena.
«Vorrei innanzitutto ricordare che non c’è più l’obbligo di quarantena, misura prevista per i contatti stretti dei positivi. Fondamentale piuttosto è procedere nella campagna di somministrazione del booster e della seconda dose di richiamo per chi è prevista. I dati dell’Iss parlano chiaro: per i non vaccinati, il tasso di mortalità relativo alla popolazione di età sopra i 12 anni risulta circa 7 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva».
Per la scuola già si torna a parlare di Dad. Il governo ha un piano?
«L’obiettivo del Governo è quello di iniziare la scuola a settembre in presenza e senza mascherina. Basta Dad. Non possiamo continuare a compromettere la formazione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Dobbiamo sostenere le Regioni, sfruttando le settimane di chiusura estiva degli istituti, nell’intervenire sui sistemi di aerazione nelle aule. È un passaggio decisivo per il raggiungimento del risultato. Abbiamo già stanziato numerose risorse e chiarito con decreto la destinazione d’uso».
Si pensa anche a un ritorno al lavoro a distanza negli uffici pubblici e privati?
«Personalmente ritengo che sia ottimale mantenere il lavoro in presenza, anche per un discorso di efficienza nell’erogazione dei servizi. Mi preme sottolineare però che per la categoria dei lavoratori fragili lo smart working sia uno strumento importante e utile che può garantire loro maggior tutela».
 

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