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Il Pd adesso chiama la Lega: “Facciamo insieme la nuova legge elettorale”

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È la legge elettorale il convitato di pietra nel dibattito interno alla maggioranza sul futuro del governo e della legislatura. Perché se da un lato si cerca di capire cosa faranno Giuseppe Conte e il M5S, dall'altro lato Pd e centristi cercano di capire se ci siano davvero i margini - e soprattutto i numeri - per cambiare quel Rosatellum che proprio non piace al Nazareno. I Dem, tuttavia, specificano come sia «inappropriato» attribuire al Partito democratico «la paternità di specifiche proposte di riforma della legge elettorale». Ma che il dibattito nei e tra i partiti sia ormai avviato lo testimonia il tweet di Matteo Ricci, presidente di Ali e coordinatore dei sindaci Pd. «Una nuova legge elettorale passa dalla Lega scrive - Se vogliono fare il minor party della Meloni, non si cambia. Se invece vogliono rigenerare e europeizzare il sistema si va sul proporzionale con sbarramento al 5%. In più doppia preferenza di genere. Chi conosce oggi i parlamentari?». Il Pd ribadisce la propria linea: nessuna forzatura. La trattativa con la Lega è aperta.

 

 

Finora Matteo Salvini ha sempre ribadito di non essere interessato a cambiare il Rosatellum. «Parlare di legge elettorale non ha senso. I problemi degli italiani sono il lavoro, le pensioni, la sicurezza, i prezzi della benzina e dell'energia, l'inflazione. Di questo deve occuparsi la maggioranza», le parole che il leader del Carroccio va ripetendo da settimane. In teoria, una chiusura netta. In realtà qualcuno in via Bellerio due conti se li starebbe facendo. Con gli attuali sondaggi, Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia insieme supererebbero il 45%. Con i moderati di centrodestra, la coalizione potrebbe superare da sola il 50% ed essere autosufficiente per governare. Una soglia di sbarramento al 5%, inoltre, escluderebbe tanti partiti dal parlamento, agevolando le formazioni politiche maggiori a cui sarebbero assegnati seggi in più. Secondo più di un esponente leghista, il centrodestra avrebbe più possibilità di andare al governo unito col proporzionale che con il Rosatellum. Un pensierino la Lega ce lo starebbe insomma facendo, anche se da via Bellerio arriva la netta smentita: «Le regole del gioco non si cambiano a fine partita. Inutile perdere tempo, il centrodestra è già al lavoro per costruire programma e squadra di governo, chissà se Pd e 5 Stelle sapranno fare altrettanto». Inoltre, far passare la soglia di sbarramento al 5% non è semplice: i partiti minori spingono per una mediazione per chiudere al 4%, per evitare che il ritorno al proporzionale faccia una strage favorendo eccessivamente i partiti più grandi.

 

 

Fratelli d'Italia respinge ogni ipotesi di cambiamento della legge elettorale. Proprio ora che il centrodestra unito è maggioranza nel Paese e può vincere tanti collegi uninominali, soprattutto al Centro -Sud- è il ragionamento in via della Scrofa- e il centrosinistra- con il Pd che non riesce a chiudere il campo largo e dovrà scegliere tra M5S e partiti centristi e liberaldemocratici- non è ancora una coalizione, cambiare il Rosatellum sarebbe un favore al Pd e alle sinistre. Una tesi condivisa da Forza Italia. Il vicepresidente e coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani lo dice senza mezzi termini: «Il Pd sta cercando di fare di tutto per occuparsi della legge elettorale, perché sa che con il sistema maggioritario perde le elezioni e quindi cerca di rimanere a galla con il sistema proporzionale». «L'attuale legge elettorale - ricorda Tajani - per oltre il 60%, elegge i parlamentari con il sistema proporzionale e poco più del 30% con il sistema maggioritario. È quindi una legge di buon equilibrio, tutto è perfettibile, però i problemi degli italiani sono il caro bollette, il lavoro, gli stipendi insufficienti, il Coronavirus». Per Tajani occorre quindi risolvere le priorità del Paese, poi «si potrà parlare della legge elettorale. Gli italiani non ci chiedono la legge elettorale, ma di abbassare i costi delle bollette». Parole in linea con quelle di Salvini, sebbene il ministro Renato Brunetta insista nel proporre il proporzionale per «liberarsi dai vincoli di un bipolarismo ormai inattuale». Ma nel centrodestra di governo sembra una linea minoritaria.

Il Pd resta comunque alla finestra e continua a guardare in direzione Lega. Da qui l'interlocuzione in atto tra il dem Dario Parrini e il leghista Roberto Calderoli, dalla quale è scaturita l'ipotesi di un proporzionale con sbarramento e premio di maggioranza, contenuto, per chi supera una determinata soglia di consensi. Enrico Letta lo ha ripetuto in più di un'occasione e si è sempre detto disponibile a sedere al tavolo per scrivere una nuova legge elettorale. Il giudizio dei Dem sul Rosatellum è «pessimo». Per il Pd è importante riformare il sistema del voto, ma per farlo, aggiungono dal Nazareno, è indispensabile una intesa molto ampia in Parlamento, «senza blitz e fughe in avanti, ma attraverso una discussione seria e approfondita che coinvolga tutte le forze politiche e parlamentari». Da parte del Pd «non c'è una singola proposta specifica», si sottolinea al Nazareno, ma c'è la volontà e la disponibilità a «spingere per completare la legge elettorale». Legge che, viene sottolineato, è uno strumento politico, rappresenta le regole del gioco democratico, ma non risolve da sola tutti i problemi politici: «A problemi politici bisogna dare risposte politiche», concludono dalla sede nazionale del Pd.

 

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