Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Giuseppe Conte vede Mario Draghi a Palazzo Chigi: incontro decisivo per il futuro del governo

Angela Barbieri
  • a
  • a
  • a

Dubbi e sospetti, ma anche sfiducia reciproca. Sono le premesse dell'incontro di oggi tra Mario Draghi e Giuseppe Conte. Il faccia a faccia si svolgerà a palazzo Chigi. Le parole del premier a favore di telecamere, dopo il Consiglio dei ministri sulle bollette di giovedì scorso, non sono bastate a calmare gli animi nel Movimento, men che meno quello del leader pentastellato. L'effetto che ha sortito, riferiscono fonti M5S, è di aver creato due forze contrapposte: da una parte gli oltranzisti, ancora convinti di voler uscire da questa esperienza con la speranza di trovare la propria identità e magari qualche punto percentuale nei sondaggi, e dall'altra chi ha ben chiaro l'avvertimento del premier e di Mattarella: senza M5S al governo si va al voto, spazzando via i vitalizi che scatterebbero a settembre. Conte dunque sembra soffrire la dualità che si sta formando nel Movimento, sofferenza aggravata dal sospetto che Draghi abbia benedetto la scissione di Insieme per il futuro di Luigi Di Maio, per depotenziare i pentastellati.

 

 

«Non scherziamo su queste cose», taglia corto il titolare della Farnesina, che torna sul progetto politico che vuole unire «un sacco di amministratori locali». «I sindaci- dichiara- sono il volto e le braccia della Repubblica come dice Mattarella, quelli sono i nostri interlocutori, noi vogliamo metterli insieme per un manifesto politico». Per l'avvocato pugliese sarà dunque difficile risolvere il rebus se restare o abbandonare il governo dei migliori. «Sarà un incontro importante ha scandito da Cortona- coinvolgeremo gli organi politici e valuteremo».

 

 

È infatti fissata per oggi una riunione del Consiglio nazionale che dovrà fornire al presidente dei 5 Stelle una linea univoca da portare a palazzo Chigi. Una cosa è certa, Conte non potrà uscire da quel colloquio con le mani in mano, soprattutto dopo aver incassato la cancellazione del cashback, la morte del superbonus e il benestare del governo al termovalorizzatore a Roma. L'alternativa - filtra - è appunto lo strappo.

 

Dai blog