Giancarlo Giorgetti imita Luigi Di Maio: è sparito da giorni e si rincorrono le voci di uno strappo dalla Lega
Da giorni nessuno riesce a parlare con Giancarlo Giorgetti e questo ha alimentato ancor di più le voci di un addio alla Lega. Anche se esponenti di primo piano del Carroccio, contattati dall’Adnkronos, smentiscono con forza ogni illazione sullo strappo. «Lo abbiamo cercato in tanti al telefono, ma niente, nessuna risposta», dicono invece alcuni parlamentari del partito più vicini al ministro. Resta il tam tam, il passaparola fra parlamentari. Quel che è certo è che dopo aver fatto il punto con il segretario Matteo Salvini, Fabrizio Cecchetti e Attilio Fontana a Palazzo Lombardia, lo scorso 27 giugno, il ministro dello sviluppo Economico si tiene in disparte. Ma restano comunque forti dentro la Lega - e fuori - le voci che si rincorrono in tal senso.
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Giorgetti starebbe pensando al progetto governista, a un rassemblement che terrebbe insieme chi punta tutto sulla governabilità, sull’Europa e sulla fedeltà atlantica. Lo schieramento Insieme per il futuro, secondo alcune ricostruzioni, potrebbe essere il treno da prendere per poter dare forma poi a quello spazio, per immaginare una nuova realtà politica che più si attaglierebbe al vicesegretario leghista, da tempo critico con la linea di Salvini.
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Giorgetti ha preso atto di quanto succede in Lega. Salvini che si mostra sempre più insofferente rispetto al governo: ius scholae e legalizzazione della cannabis sono due vicende che potrebbero non rientrare, portando il partito a uno scontro frontale nell’esecutivo. Preoccupa poi la situazione del nord, di cui Giorgetti resta espressione. Raccontano che la photo-opportunity di venerdì scorso con il governatore Fontana, al tavolo con lo stesso Giorgetti, Cecchetti e Salvini, nasconda uno scontro ad altissima tensione in consiglio regionale tra i leghisti. Molti avrebbero pronte le valigie, alcuni per traslocare con Fratelli d’Italia, altri resterebbero in stand-by, in attesa di chiarimenti da parte dei vertici, a partire da Salvini, finito sul banco degli imputati per il tracollo elettorale al nord. Ma nessuno si fa illusioni su un passaggio di testimone al vertice: «E poi - è il refrain più frequente a partire dalla base del partito per arrivare a chi conosce il leghista di Cazzago Brabbia - Giorgetti non vuole mica fare il segretario, guidare il partito non è il suo obiettivo». «Magari neanche si ricandida con la Lega, così poi potrebbe tornare utile per fare il ministro tecnico», azzarda un altro lumbard.
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