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Dritto e rovescio, “Conte è un bidone”. Gianluigi Paragone disintegra il M5S: sono una truffa elettorale

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A tutto spiano contro il Movimento 5 Stelle. Nell’edizione del 23 giugno di Dritto e rovescio, talk show di Rete4 condotto da Paolo Del Debbio, è ospite Gianluigi Paragone, senatore e leader di Italexit, con un passato proprio nel partito fondato da Beppe Grillo: “Siamo in un Paese sull’orlo di una crisi di nervi e questi si mettono a giochicchiare per uno strapuntino di potere. L’idea del futuro di Luigi Di Maio è quella di passare da Gianroberto Casaleggio a Bruno Tabacci che gli dà il simbolo, di questo passo si prende pure mio nonno in carriola. Questa è l’idea del Palazzo che viene proiettata sull’Italia. Il Movimento 5 Stelle non c’è più, non solo è una fake politica, oggi è una truffa elettorale”.

 

 

Paragone è un fiume in piena contro l’ex presidente del Consiglio e contro il ministro degli Esteri: “Di Maio è un filino più intelligente di Conte, che politicamente è scarso, è un bidone, è riuscito a perdere tutto quello che si poteva perdere. È andato alla guerra in aula e si è ritrovato a fine giornata con un bel po’ di parlamentari in meno, con Di Maio che diventa protagonista di uno spazio. Siamo all’assurdo, Conte pensa di rifarsi la verginità? Coerenza comunque non è una parola che appartiene a loro due. Il governo se ne frega bellamente di Conte e del Movimento 5 Stelle. Quella di Di Maio è un’operazione politica su cui si è compiuta e si sta compiendo una truffa elettorale sotto lo sguardo del Capo dello Stato. Il Capo dello Stato è stranamente silente ma era stato coinvolto in alcuni passaggi, penso che questa operazione centrista abbia una visione proiettata al futuro, altrimenti Tabacci non si metteva dentro. Ha il simbolo che consentirà a Di Maio di non raccogliere le firme. Mentre si stanno formando partitini e partitelli, l’unico partito politico che dovrà raccogliere le firme, perché non sta dentro al budino della maggioranza, sarà Italexit”.

 

 

L’affondo finale di Paragone è per Luciana Lamorgese: “Abbiamo un ministro dell'interno che per mesi ha fatto controllare il green pass a gente per bene e adesso non sa come risolvere il problema delle baby-gang”.

 

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