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M5s, Enrico Letta brinda alla scissione: "Il governo è più forte". Ma l'asse tra Pd e grillini traballa

Christian Campigli
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Negare, negare, negare sempre. Anche di fronte alla più ovvia e conclamata delle realtà. Enrico Letta, politico esperto e navigato, conosce alla perfezione questa lezione. Indispensabile se si vuol restare a galla nel tempestoso mare della politica. E sopravvivere a decine di squali. Bugie bianche, dette senza malizia, ma con la consapevolezza di avere un evidente bisogno di guadagnare tempo. “Il governo ha dimostrato di essere molto forte e il voto largo quasi unanime che il Parlamento ha dato ieri al governo è un segno di rafforzamento, a dimostrazione che la scissione non ha indebolito il governo, anzi, è più forte. Positivo per il nostro Paese di essere dentro una partita geopolitica che ci interessa con un governo forte”.

Musica e parole del segretario dem, intervistato al suo arrivo al prevertice dei socialisti europei. Il nativo di Pisa ha poi toccato uno dei temi caldi del momento: le alleanze in vista delle elezioni politiche. Sono numerosi gli analisti che si interrogano sulle decisione che verranno prese dal Pd. Verrà mantenuta la linea tracciata da Nicola Zingaretti con il cosiddetto campo progressista e quindi si consoliderà l’alleanza con i grillini? La coalizione verrà allargata anche al nuovo soggetto fondato da Luigi Di Maio o vi sarà una vera e propria rivoluzione, col ritorno all’intesa centrista, guidata da Matteo Renzi e Carlo Calenda? “L'obiettivo e l'impegno principale che abbiamo è di costruire una idea di Italia che convinca gli italiani del 2023. Un'idea di Italia, quale Italia del futuro.e attorno a questo costruiremo le alleanze e faremo ragionamenti con i nostri interlocutori. Ci concentreremo sulle idee, sui progetti, sulle riforme”.

Come dire, al momento abbiamo una solida certezza: quella di non avere certezze. Enrico Letta attende al varco Giuseppe Conte, per capire se l’Avvocato del Popolo sarà in grado di convincere le restanti Stelle Cadute ad appoggiare ancora il governo Draghi. A smorzare le quotidiane polemiche sull’invio di armi e aiuti in Ucraina. Per costruire, da qui a marzo 2023, una coalizione in grado di contendere la vittoria al centrodestra.

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