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Otto e mezzo, Andrea Scanzi e quel motivo "personale" dietro allo strappo Conte-Di Maio

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L'ennesimo terremoto che ha preso la forma della scissione di Luigi Di Maio è la fine del Movimento 5 Stelle? A Otto e mezzo si parla del futuro della galassia grillina, pochi minuti prima dell'annunciata conferenza stampa del ministro degli Esteri. Il quale sta finendo di raccogliere le firme per formare gruppi autonomi, alla Camera sarebbero già 50 e tra i big pronti a seguirlo ci sarebbero Laura Castelli, Vincenzo Spadafora,e Pierpaolo Sileri. Lilli Gruber chiede ad Andrea Scanzi, nella puntata di marted' 21 giugno, se siamo davanti alla fine di Giuseppe Conte, Di Maio o perfino di Beppe Grillo? 

 

"È la fine del M5s? Non lo so, è già morto col governo gialloverde. L’allontanamento di Di Maio può essere positivo, se va via una serpe in seno o un cavallo di Troia..." commenta il giornalista del Fatto quotidiano. Il casus belli per Scanzi è dovuto alla pandemia: "È successa una cosa che Di Maio non poteva prevedere" ossia che il Carneade scelto come premier "è diventato più popolare di lui". Insomma, non c'è niente di politico dietro la scissione ma motivi "personali". Poi c'è il fatto che Di Maio "è cambiato, si è innamorato della politica  e della poltrona. Ora succede quello che ha sognato, può fare politica in tutti i partiti. È forte nel Palazzo, ma nessuno lo voterà". 

 

Tra gli ospiti c'è Lina Palmerini del Sole 24 ore che precisa che ora il Misto può diventare il gruppo più numeroso in Parlamento, alimentato dalle numerose fuoriuscite dei 5Stelle. "Dobbiamo vedere il percorso che immagina Di Maio, e quello di Conte", spiega la giornalista. Se il ministro porta via un grande numero di parlamentari, "i 5 stelle potrebbero essere non più primo gruppo alla Camera ma anche al Senato. Un colpo forte. Di Maio si sa che sarà un lealista, Conte ora è possibile che passi all'opposizione. Ci riuscirà dopo anni di ruolo istituzionale?", è il ragionamento di Palmerini.  

 

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