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Amministrative 2022, è fuga dalle urne. Affluenza a picco: 54,7 per cento

Christian Campigli
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Una discesa fragorosa. Numeri che dovrebbero far riflettere tutto il mondo politico italiano. Ma che, al contrario, saranno usati dagli sconfitti per giustificare la propria mediocrità e ignorati aprioristicamente dai vincitori. Convinti che sia sufficiente occuparsi del proprio piccolo orticello. L'affluenza alle elezioni amministrative di ieri è stata del 54,72%, secondo i dati definitivi relativi agli 818 comuni gestiti dal Viminale. Alle precedenti elezioni omologhe era stata del 60,12%.

 

Sei punti percentuali non sono un dato da sottovalutare. Soprattutto in un tipo di elezioni, quelle relative alla scelta del sindaco e del consiglio comunale, da sempre considerate più vicine agli interessi quotidiani delle persone. Le buche sulla strada da coprire, i permessi per il mercato rionale piuttosto che la zona a traffico limitato, da estendere o diminuire. Nel corso degli ultimi anni, i grandi analisti politici hanno evidenziato come il calo drastico dell'affluenza fosse strettamente collegato con una classe politica distante dalle esigenze della gente. Ha successo chi riesce a coinvolgere l'elettorato, parlando di temi magari piccoli, ma assai concreti. Le pompose dissertazioni su ideologie del secondo scorso e massimi sistemi annoiano anziani, adulti e, soprattutto i più giovani.

 

Certamente hanno inciso la presenza a Palazzo Chigi di un governo di coalizione, che non piace, sostanzialmente, né ai progressisti né ai conservatori. E di una crisi che morde e sulla quale il Parlamento e il Governo non riescono ad incidere minimamente. Va poi ricordato che divisioni interne (vedi centrodestra), sindaci che non si ripresentato per correre per il secondo mandato (vedi Cinque Stelle) e nomi modesti e calati da Roma (vedi centrosinistra) hanno assestato la mazzata finale ad una caldissima giornata di metà giugno. Una soleggiata domenica, nel corso della quale gli Italiani hanno preferito il Calippo e le affollate spiagge alle urne.

 

Un dato ineluttabile, che imporrebbe una seria riflessione da parte del mondo politico. Un calo di affluenza che, al contrario, già domani sarà dimenticato. Almeno fino alle prossime elezioni.

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