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Referendum sulla giustizia, vi spieghiamo i 5 quesiti. Domenica 12 giugno il voto dalle 7 alle 23

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Il 12 giugno si voterà per i referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali. Vi spieghiamo nel dettaglio i cinque quesiti: le urne si apriranno tra una settimana, domenica 12 giugno, con i seggi che potranno accogliere tutti i cittadini dalle ore 7 alle 23. Non è previsto un secondo giorno di voto.

 

QUESITO NUMERO 1 - CANCELLAZIONE LEGGE SEVERINO

Il quesito numero 1 (scheda di colore rosso) propone l'abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Spiegazione: In pratica si chiede di cancellare la Legge Severino che esclude dalle elezioni e dagli incarichi in politica le persone condannate. Attualmente è prevista l'incandidabilità, l'ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, rappresentanti di Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali in caso di condanna. In caso di vittoria del Sì viene abrogato il decreto e si cancella così l'automati smo. In questo modo si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso una persona venga condannata, occorra applicare o meno anche l'interdizione dai pubblici uffici.

 

 

QUESITO NUMERO 2 - LIMITAZIONE DELLE MISURE CAUTELARI

Quesito numero 2 (scheda di colore arancione): limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell'ultimo inciso dell'art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale. Spiegazione: In pratica, si chiede di eliminare la norma sulla «reiterazione del reato» dall'insieme delle motivazioni per cui i giudici possono decidere la custodia in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini, quindi prima del processo. Se si vota «Sì», eliminando il pericolo della reiterazione del reato tra le misure cautelari, l'arresto preventivo rimarrà comunque possibile nei seguenti casi: pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti. Il referendum punta quindi a mantenere il carcere cautelativo solo per chi commette i reati più gravi.

QUESITO NUMERO 3 - SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI

Quesito numero 3 (scheda di colore giallo): separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Spiegazione: In pratica, se vince il «Sì» si introduce nel sistema giudiziario italiano la separazione delle carriere: i magistrati dovranno scegliere dall'inizio della carriera se assumere il ruolo di giudice nel processo (funzione giudicante) o quello di pubblico ministero(funzione requirente, colui che coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Oggi si può passare più volte dal ruolo di giudice a quello di pm e viceversa. È uno dei punti più delicati della riforma della giustizia che non trova l'approvazione da parte dei magistrati. Il centrodestra, invece, ha sempre spinto per la separazione delle carriere. Berlusconi ne è stato da sempre uno dei principali sostenitori.

 

 

QUESITO NUMERO 4 - VALUTAZIONE DA PARTE DI ALTRI ESPERTI

Quesito numero 4 (scheda di colore grigio): partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Spiegazione: in pratica, si chiede la valutazione sui magistrati da parte anche di altre figure di esperti nella materia giuridica, oltre che delle toghe. Gli avvocati, ma anche i professori universitari, parte di Consigli giudiziari, potrebbero quindi votare, se vincesse il «Sì», sull'operato dei magistrati e sulla loro professionalità. Attualmente la valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati è operata dal Csm che decide sulla base di valutazioni fatte anche dai Consigli giudiziari, organismi territoriali nei quali, però, decidono solo i componenti appartenenti alla magistratura. Con il referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell'Università e dell'Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di dunque avere voce in capitolo nella valutazione come consiglieri «laici».

QUESITO NUMERO 5 - ELIMINAZIONE DELLE «CORRENTI» PER L'ELEZIONE DEI MEMBRI DEL CSM

Quesito numero 5 (scheda di colore verde): abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Csm. Spiegazione: in pratica, si chiede l'abrogazione della legge 24 marzo 1958, n. 195 («Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura») nella parte che prevede l'obbligo di raccogliere da 25 a 50 firme per potersi candidare come membri dell'Organo di autogoverno della magistratura. Si tratta del quesito sulla riforma del Csm che ha come obiettivo lo stop al sistema delle cosiddette correnti, finite nel mirino delle polemiche dopo il caso Palamara per le nomine ai vertici delle Procure. Con il sì, si tornerebbe alla legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura.

 

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