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Armi all'Ucraina? Giuliano Amato difende Mario Draghi: nessuna violazione della Costituzione

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Il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, intervistato da La Stampa, spiega le ragioni per cui l’aiuto anche in armamenti dell’Italia all’Ucraina nella sua difesa dall’aggressione della Russia rientra a pieno titolo nei dettami costituzionali: “Secondo l’articolo 11 l’Italia ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie, ma non ripudia la guerra in assoluto. La Costituzione prevede il sacro dovere di difendere la patria. E poi ci sono i vincoli assunti in sede europea e internazionale. Il dovere alla solidarietà verso i membri dell’Unione europea aggrediti da altri e la clausola di solidarietà tra i Paesi membri della Nato”.

 

 

E l’obbligo di difesa scatta anche se l’Ucraina non è un paese dell’Ue e nemmeno della Nato: “La carta delle Nazioni Unite - sottolinea Amato - prevede l’obbligo di intervenire a fianco di Paesi aggrediti in attesa che l’Onu agisca, cosa che non accade mai, non essendosi dotato di una propria forza militare. È una norma poco chiara perché prevede una transitorietà dell’autodifesa, anche assistita, in attesa di un intervento dell’Onu che storicamente non si è mai verificato. E allora qui mi attengo al senso che gli italiani attribuiscono ai principi della nostra Costituzione. La solidarietà, valore fondamentale della Repubblica, il rispetto per la dignità della persona, l’uguaglianza, valgono solo nei nostri confronti? Il confine della solidarietà umana - chiosa Amato dopo le numerose accuse rivolte al premier Mario Draghi per la posizione del governo sul conflitto - dev’essere segnato dai trattati o dalla coscienza?”.

 

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