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Rignano, “donna col tacco 12 nei cantieri”. Bufera politica dopo la frase sessista contro la candidata sindaco Guerri

Christian Campigli
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Rignano caput mundi. Il paese, ottomila anime appena, collocato sulla strada che unisce la provincia di Firenze con quella di Arezzo, diventato celebre per aver dato i Natali all'ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, torna al centro della cronaca politica. Il casus belli è una frase sessista che il candidato del centrodestra avrebbe rivolto alla sua avversaria progressista. “Come si può pensare che una donna che va con il tacco 12 in un cantiere possa capirci qualcosa?”. Queste le parole pronunciate da Michele Matrone, nei confronti dell'avversaria sostenuta dal centrosinistra Dominga Guerri. Secondo la lista civica “Insieme per Rignano”, che appoggia l'esponente di sinistra, le offese sessiste sarebbero state recate durante “un incontro elettorale che si è svolto a San Donato in Collina”.

 

 

In una nota, i partiti che appoggiano Dominga Guerri, attuale vicesindaco, ribadiscono come certe affermazioni siano “offensive verso tutto il nostro movimento civico e riguardano tutta la cittadinanza rignanese, dove le donne danno il proprio contributo in ogni sfera del lavoro e delle professionalità, come e quanto gli uomini, poiché sono persone competenti a prescindere dal genere cui appartengono. L’uso di attacchi personali, conditi con dichiarazioni vergognose e retrograde, è ignobile. Chi ha queste idee sulle donne si dovrebbe vergognare”.

 

 

Pronta la replica del centrodestra, che nega ogni addebito. “Quelle frasi offensive non sono mai state pronunciate. Mai. Chiunque era presente a quell'incontro può testimoniarlo. Abbiamo parlato di politica e sollevato critiche, ma in ambito amministrativo, sui temi di sviluppo di Rignano, sulle proposte dei nostri avversari. Nulla di sessista, solo politica”. Un botte e risposta che, in pochi minuti, si è presto spostato sui social. Dove sono migliaia i commenti. Tra mille dubbi, un'unica certezza: Rignano, ottomila anime appena, piccolo paese a metà strada tra Firenze e Arezzo, torna ai fasti del passato. E stavolta senza lo zampino di Matteo Renzi.

 

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