Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Mario Draghi è stufo delle liti: pronto a minacciare l'addio se saltano le riforme. Il caso catasto

Tommaso Carta
  • a
  • a
  • a

La riforma del catasto torna a incendiare la politica italiana. A due settimane dal faticoso accordo con il centrodestra che ha portato alla parziale modifica della riforma tracciata dal governo, sono le raccomandazioni della Commissione europea a suscitare la veemente reazione della Lega. L'Italia deve attuare le riforme, a partire da quelle previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e quindi fisco, catasto, lavoro e concorrenza, chiede l'esecutivo di Bruxelles che, in particolare sugli immobili, aggiunge: «i valori catastali, che servono come base per il calcolo dell'imposta, sono in gran parte superati», occorre «allineare i valori catastali ai valori correnti di mercato». Nodo, quest'ultimo, su cui si era faticosamente battuto il centrodestra ottenendo una mediazione con l'esecutivo. È quindi immediata, in mattinata, la presa di posizione di Matteo Salvini. «L'importante è che nessuno provi a reintrodurre dalla finestra le tasse sulle case, che abbiamo fatto uscire dalla porta», avverte il segretario leghista. «Dicono che l'Europa vorrebbe che l'Italia tassasse anche la prima casa. A Milano si dice: si attacchi al tram», aggiunge. «Se qualcuno pensa di tassare la casa e la prima casa in Italia ha trovato nella Lega un avversario che non cambierà mai idea».

 

 

Da Bruxelles arriva quindi la contro-replica del commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni. «Nelle nostre raccomandazioni ci sono sei parole: aggiornare i valori catastali ai valori attuali di mercato», puntualizza l'ex premier italiano. «Penso- aggiunge- che questo non rappresenti una richiesta di aumento di tasse o di reinserire tasse sulla prima casa ma una necessità per l'Italia, di cui penso il governo italiano sia pienamente consapevole». Poi un alto funzionario Ue precisa ai giornalisti che l'aggiornamento dei valori catastali allo studio del governo italiano e promosso dalla Commissione europea nelle raccomandazioni agli Stati «non è una condizione per l'erogazione dei fondi del Recovery and resilience facility», perché il pagamento delle rate del Recovery «è strettamente legato alle pietre miliari e agli obiettivi» stabiliti dal Pnrr «e nel piano italiano il tema delle riforma fiscale era menzionato nel racconto del Pnrr, ma non è stato incluso uno specifico impegno in termini di raggiungimento delle "milestone" e degli obiettivi». Sul tema interviene anche Giorgia Meloni. «Nelle sue raccomandazioni all'Italia la commissione europea conferma che la riforma del catasto, prevista dal governo Draghi nella delega fiscale, serve ad aumentare la pressione fiscale sugli immobili- sostiene la presidente di Fratelli d'Italia -. Sono inequivocabili le parole del commissario Ue all'Economia Gentiloni».

 

 

Dalle parti di Forza Italia, invece, si considera «chiuso» il nodo «catasto». L'accordo è stato raggiunto e non vi saranno cambiamenti, si sottolinea, come lo stesso Silvio Berlusconi ha fatto notare, parlando di «battaglia vinta», nel suo discorso alla convention di Napoli. Tuttavia bisognerà attendere il «responso» di M5s, Pd e Iv sulla proposta di accordo del centrodestra di governo una volta che la commissione Finanze di Montecitorio affronterà il tema catasto. La questione tiene sulle spine il premier Mario Draghi che anche negli ultimi giorni avrebbe manifestato le sue preoccupazioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'ex governatore della Bce non vorrebbe rovinare la sua reputazione in Europa con riforme annacquate o fallite. E sarebbe uno dei motivi per cui avrebbe imposto la stretta sul Ddl Concorrenza. In caso di mancato accordo, con la questione di fiducia l'aut aut è chiaro: se si vuole la palude, meglio cercare un altro premier.

 

Dai blog