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La requisitoria del pm su Berlusconi: "Ospitava schiave ma il sistema giudiziario ha fallito"

Christian Campigli
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Un processo destinato a risollevare l'interminabile polemica tra magistratura e politica. Una vicenda giudicata da una parte come una delle più gravi manifestazioni del potere usato per il raggiungimento di squallidi fini sessuali. Dall'altro lato dello steccato, un'inchiesta bollata come l'ennesima crociata contro un imprenditore serio, vincente e da quasi trent'anni impegnato in Parlamento.

“Otto anni fa Silvio Berlusconi era un uomo che poteva avere il mondo ai suoi piedi, il Presidente del Consiglio che si accompagnava con amicizie come quella con Putin, che sta mettendo in ginocchio il mondo. Oggi è un grande anziano, malato, perché le certificazioni prodotte mostrano un quadro di patologie”. È questo uno dei passaggi più significativi della requisitoria tenuta questa mattina dal procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, durante il processo Ruby Ter.

 

Secondo la tesi accusatoria, l'allora Premier “ospitava un gruppo di odalische, schiave sessuali che a pagamento lo divertivano, allietavano le sue serate. Intorno ad Arcore, a Palazzo Grazioli e a Villa San Martino succedeva qualcosa di medioevale, boccaccesco, moralmente discutibile, incredibile”.

La ricostruzione del pubblico ministero dipinge, nelle serate di Arcore, “una violenza grave” nei confronti di “ragazze davvero giovani” che partecipavano alle cene. “Se sei così bella in un modo così rapace e non hai strumenti culturali o una famiglia che riesce a proteggerti allora sei veramente una vittima predestinata di predatori di ogni genere”. Per l'accusa, c'era un “consolidato sistema prostitutivo”, in particolare “si esercitava prostituzione nelle case di Berlusconi per un periodo molto lungo. Se un processo può arrivare a una pronuncia di primo grado dopo otto anni, il sistema giudiziario ha fallito”. 

 

Per il caso Ruby Ter, oltre al fondatore di Forza Italia, sono imputate altre ventotto persone, accusate a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.

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