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Il "disgelo" nel centrodestra arriva col gelato di Silvio. Ecco i segreti (e il menù) del vertice

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Un pranzo "pomeridiano". I tre leader del centrodestra tornano a vedersi dopo mesi di "gelo" e lo fanno ad Arcore, ospiti di Silvio Berlusconi. Non si vedevano da gennaio, dalla rottura consumatasi sull’elezione del capo dello Stato, che ha portato al Mattarella bis. Silvio Berlusconi fa gli onori di casa ad Arcore, accogliendo Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che non si confrontavano in presenza da tempo. Un’ora di colloquio per provare i sciogliere vari nodi sul tavolo, dopo le ultime incomprensioni, a cominciare da quelle regionali in Sicilia. A rompere il ghiaccio, raccontano, ci ha pensato il Cav che ha offerto nel giardino di Villa San Martino un aperitivo agli alleati. Poi il pranzo a base di riso con melanzane, olive e pachino, branzino in crosta e gelato al pistacchio.

Presenti, oltre al Cavaliere, Salvini accompagnato da Roberto Calderoli e Giorgia Meloni accompagnata da Ignazio La Russa. «Abbiamo parlato di come sono andate le scelte dei candidati per le prossime elezioni amministrative. Per quanto riguarda le città più importanti, abbiamo trovato l’accordo per 21 città, su cinque l’accordo non è stato trovato per pure contrapposizioni locali, persona contro persona, ma siamo sicuri che negli eventuali ballottaggi troveremo l’accordo. Questo è l’impegno di tutti i leader presenti al tavolo» ha detto Berlusconi. "Solo un pazzo potrebbe mandare all’aria la coalizione di 
centrodestra" ha aggiunto l'ex premier.

Matteo Salvini è stato il primo ad abbandonare il vertice, circa un'ora prima della Meloni, per "impegni romani", tra i quali quelli di Calderoli che doveva presiedere l'aula del Senato. Ma il leader della Lega si è detto comunque molto soddisfatto dell'esito dell'incontro: "E' un'ottima giornata" ha specificato lasciando Arcore.

Non invitati al vertice i leader dei "piccoli" partiti. Che, però, hanno evitato di polemizzare: "Speriamo di essere in tempo per recuperare - ha detto Maurizio Lupi, presidente di Noi con l'Italia - Dobbiamo recuperare unità. Abbiamo una responsabilità adesso: più che di rimetterci insieme, di ritrovare la forza delle ragioni di una proposta politica per cui dobbiamo stare insieme». «Non siamo stati invitati? E che devo fare, harakiri? - aggiunge -. Credo che la prima questione importante fosse che almeno Salvini e Meloni tornassero a parlare». Poi, però, «ci saremo anche noi. Se siamo una coalizione, questo implica che non c’è un partito unico, che tutti, piccoli e grandi, danno e possono dare il loro contributo». «La data del vertice? È da 108 giorni che si parla di questo incontro, ma l’ho appresa dalle agenzie. In questi casi si dice evviva, almeno si iniziano a parlare. Certamente sentirò Berlusconi per farmi raccontare come è andata», conclude Lupi.

Gianfranco Rotondi di Verde è popolare sottolinea che «è un bene che il centrodestra riprenda a dialogare,io lavoro per allargarlo. ’Verde è popolare' riunisce persone che non vengono dalla storia del centrodestra, ma io non faccio mistero di puntare a una collocazione di questa area nella coalizione moderata».

Lorenzo Cesa dell'Udc ha specificato che «ci sono più motivi di unione che di divisione. È importante quindi che il centrodestra si ricompatti...».

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