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La resa di Eni: aperto il conto in rubli per il gas russo. "Ma non violiamo le sanzioni". Imbarazzo in Europa

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Eni rompe gli indugi e a pochi giorni dal termine per i pagamenti delle forniture di gas russo annuncia di aver aperto due conti presso Gazprombank, in euro e in rubli, per onorare gli impegni. Una decisione, sottolinea il gruppo energetico italiano, presa in accordo con le autorità italiane e in linea con il quadro delle sanzioni varate dalla Ue.

Ma proprio da Bruxelles poche ore prima dell’annuncio di Eni un portavoce della Commissione europea aveva ribadito che «aprire un conto nella valuta non prevista dal contratto, violerebbe le sanzioni. I nostri orientamenti non sono cambiati questa settimana». Pertanto, «aprire un secondo conto in rubli violerebbe le sanzioni.» e potrebbe portare a procedure di infrazione. Aggiunge il portavoce: «Quello che stiamo dicendo è che le compagnie devono pagare le consegne nella valuta prevista dal contratto, ogni cosa che va oltre viola le sanzioni. Quindi, se hai un contratto con Gazprom per un pagamento in euro, ricevi una fattura in rubli e paghi in rubli non stai rispettando il contratto. Quando acquisti qualcosa i soldi vanno al fornitori, che cosa fa il fornitore con quei soldi è una sua prerogativa», ha aggiunto riferendosi alla conversione in rubli effettuata poi dalla Banca centrale russa. 

Eni si dice comunque certa di muoversi nel solco indicato dalla Ue e in una nota spiega di aver avviato l’apertura dei conti in euro e in rubli presso Gazprombank «in via cautelativa» e che questo passaggio avviene su base temporanea. E aggiunge che «la fatturazione e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro, così come contrattualmente previsto; che le attività operative di conversione della valuta da euro a rubli saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall’accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa; e che nel caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare la conversione nei tempi previsti non ci saranno impatti sulle forniture». Dall’altro lato, assicura la compagnia, «l’esecuzione dei pagamenti con queste modalità non riscontra al momento nessun divieto europeo che incida in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le operazioni. Se la nuova procedura appare quindi neutrale in termini di costi e rischi, non incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore e con adempimento che avviene al momento del trasferimento degli euro, un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture».

Ora si attende di capire l’eventuale reazione della Commissione Ue, anche se Eni sottolinea di aver preso questa decisione in accordo con le istituzioni italiane e «nel pieno rispetto dell’attuale quadro sanzionatorio internazionale».

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