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Guerra in Ucraina, la sudditanza di Mario Draghi con Joe Biden non fa bene all'Italia

Gianluigi Paragone
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In terra americana, Mario Draghi ha raccontato un’altra falsa verità. «Putin pensava di poterci dividere, ma ha fallito», ha dichiarato. Non è che Putin pensava di dividerci, noi siamo già divisi. E il motivo è fin troppo ovvio: pecunia non olet. L’Europa è divisa perché i governi seri pensano agli interessi delle proprie economie nazionali se non hanno banchieri di Goldman Sachs imposti da altri poteri a guidare lo Stato. È sempre più chiaro che l’Europa è un progetto che non potrà reggere a lungo e l’Italia farebbe bene a pensare alla propria sovranità. Dirò una cosa che non piace a tutti: Putin è stato un leader perché ha tessuto una trama di relazioni industriali con la Germania, l’Italia e altri Paesi europei giocando al meglio le proprie carte di player energetico. Siamo stati noi tutti ad accettare le condizioni del gioco e la natura del giocatore. E sapevamo anche che questo intreccio non piaceva agli americani, specie ai Democratici, che infatti trovano a Palazzo Chigi la sponda per realizzare il suo disegno politico di egemonia.

In Germania sono stati finora molto più coperti. Sono settimane infatti che il cancelliere tedesco in accordo con industriali e sindacati avverte che non faranno a meno del gas russo e che non avranno problemi a postare in rubli. L’economia tedesca non può reggere il peso di due crisi economiche. Solo in Italia maggioranza e ministri hanno continuato a raccontare bugie ai cittadini su miracolosi accordi. Nel frattempo le nostre aziende hanno aperto conti corrente per pagare in rubli. Perché un conto è la propaganda, un altro è il business.

A Palazzo Chigi e nei ministeri incaricati forse non hanno capito che alla pompa di benzina, tutti i tipi di carburante continuano a essere carissimi e che le bollette non sono affatto state alleggerite. Come se non bastasse, stanno aumentando le truffe agli anziani nel libero mercato e i furti di gas nelle abitazioni o nei capannoni industriali al fine di azzerare i consumi, col rischio di provocare incendi per via delle manomissioni. La sudditanza del governo Draghi verso Biden è totale. Lo stesso Presidente non ne fa mistero: Dobbiamo affrancare l’Italia dalla dipendenza dall’energia russa, ha detto. Ma chi comanda in Italia, Biden o Draghi? Biden attraverso Draghi, ovvio.

Infatti che facciamo? Siccome abbiamo paura di analizzare la situazione del conflitto in Ucraina e le sue cause (perché dovremmo ammettere un altro fallimento dell’Europa) ci accodiamo agli interessi statunitensi, dopo che eravamo coperti coi russi sul fronte energetico. Sotto lo sguardo del governo stiamo chiudendo accordi per essere ancora più dipendenti alle compagnie americane: dopo i vaccini di Big Pharma ora il gas liquido. E a breve scopriremo quanti soldi che potevano finire per aiutare gli italiani stanno finiranno per comprare armi e apparecchiature Made in Usa. A proposito, noi diamo armi all’Ucraina e loro ci chiudono il gas. Complimenti.

Il 15 aprile Di Maio twittava: «Non possiamo sottostare al ricatto del pagamento del gas in rubli». Ora che pagheremo in rubli potrebbe anche tornare a vendere bibite allo stadio. In euro. E magari si può portare il camaleontico Conte che si dice d’accordo con il professore Orsini e poi fa fuori Petrocelli, che è persino più moderato del professore eretico. Ma Petrocelli imbarazza Conte e i suoi per via di una caratteristica che manca al Movimento: la coerenza. Su questo il Movimento e Conte però sono in buona compagnia.
 

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