Centrodestra, il vertice tra Meloni, Salvini e Berlusconi può aspettare ancora
Anche questa, probabilmente, non sarà la settimana del vertice tra i leader del centrodestra, di cui non c'è traccia nelle agende dei capi dei partiti della coalizione. Ma per il centrodestra quella di oggi sarà comunque una giornata importante: alla Camera si vota la proposta di legge costituzionale sul presidenzialismo, che vede come prima firmataria la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Il testo in Commissione Affari Costituzionali non è passata per due voti, a causa delle assenze di due parlamentari di Lega e Forza Italia. L'ennesimo incidente parlamentare che ha scatenato ulteriori fibrillazioni nei rapporti tra il centrodestra di governo e FdI.
Quando cambia il governo Draghi? Crosetto svela come esce di scena il premier. Tsunami in arrivo
Una ferita che oggi potrebbe essere sanata con un voto compatto della coalizione, come si augura la stessa Meloni: «Vediamo chi ha coraggio, basta con i giochi di palazzo: siano gli italiani a scegliere il Presidente della Repubblica. Non ci sono più scuse», le parole con cui la presidente di FdI «chiama» gli alleati del centrodestra. Quanto al vertice tra i leader, risolta la questione Palermo, pare non esserci particolare fretta. «No, non abbiamo fissato un incontro- dice il segretario della Lega Matteo Salvini- Ci vedremo sicuramente. Io sono a disposizione da giorni, l'unica cosa che ho chiesto è un incontro in presenza, perché delle cose a distanza dove cade la linea e non si sente ne ho le scatole piene. Sono sempre e comunque a disposizione».
La rivolta dei centrini, nel centrodestra si litiga: "Vertice fra leader". Ma nessuno conferma
Il problema, insomma, pare legato alle rispettive agende dei leader e alla necessità di vedersi in presenza. I contatti tra i capi della coalizione, comunque, non sono mancati in questi giorni. Antonio Taja ni spiega che per il vertice «ancora non è stata fissata una data, ma nei giorni scorsi Berlusconi si è sentito con Meloni e Salvini». Quanto all'unità nel centrodestra alle prossime elezioni politiche, il vicepresidente e coordinatore nazionale di Forza Italia assicura: «Assolutamente sì, come saremo uniti nella stragrande maggioranza dei comuni che vanno al voto il 12 giugno. E se non lo saremo al primo turno, lo saremo al secondo. Non abbiamo preclusioni verso nessuno, neppure su Meloni premier, ma prima dobbiamo pensare a vincere le elezioni». Tajani, ad Affaritaliani.it, spiega anche che FI non ha alcuna intenzione di fare asse con Pd e M5S per tornare al proporzionale.
Riforma del catasto con la brutta sorpresa: aumentano le tasse. Stangata sulla casa
«Non ci sono i tempi per cambiare la legge elettorale e comunque noi vogliamo una legge elettorale che dia la possibilità al centrodestra di vincere e governare, come quella attuale», assicura il numero due azzurro. E sull'unità della coalizione scommette anche Mariastella Gelmini. «Il centrodestra governa 14 Regioni e moltissimi Comuni- ricorda il ministro per gli Affari regionali e le Autonomia È l'unica coalizione presente in questo Paese. Quindi, i cittadini e gli elettori ci chiedono di essere uniti e, quindi, mi auguro che questo incontro ci sarà e sono fiduciosa che ci sarà presto, ma la solidità del centrodestra non è legata ad un incontro ma alle tante amministrazioni che governiamo». Da FdI, il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, da Palermo, invita a smorzare i toni, soprattutto per quanto riguarda la Sicilia e la ricandidatura del governatore Nello Musumeci: «Sarebbe bello per la Sicilia che il vertice Berlusconi-Meloni-Salvini non fosse necessario. E sarebbe bello, come noi abbiamo sempre chiesto, che fossero veramente i siciliani a sottolineare l'unità del centrodestra. Si renderà necessario solo se la Sicilia non riuscirà a trovare l'unità. La mia venuta qui è proprio per chiedere che non sia necessario un vertice per decidere quello che è naturale: uniti su Lagalla e uniti su Musumeci».