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Il centrodestra salva la casa. Niente nuove tasse, smontata la riforma del catasto

Filippo Caleri
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La casa non si tocca. Anche Mario Draghi lo ha capito. E dopo aver provato a tenere il punto sulla legge delega fiscale che, se approvata così come presentata in prima battuta avrebbe aperto la porta a un generale inasprimento delle tasse sul mattone, accetta il passo indietro rispetto agli intenti iniziali. Le pressioni del centrodestra per cambiare le norme contestate hanno generato i primi effetti. Ieri è arrivata la prima schiarita. Non ci sarà nessun riferimento al valore di mercato per aggiornare quello catastale degli immobili. Le quotazioni immobiliari Omi, ovvero le stime relative al valore commerciale e alla rendita degli immobili, avranno solo una funzione di consultazione ma l'aggiornamento delle rendite sarà consentito secondo la normativa attualmente in vigore e senza alcuna innovazione di carattere patrimoniale. Di fatto la riforma è smontata e perde la sua efficacia in termini di possibile maggiore gettito previsto. Le cose restano come sono. Con immobili in zone centrali accatastati come case popolari che pagano meno rispetto ad abitazioni moderne di periferia che hanno rendite aggiornate. L'iniquità resta. Anche se c'è da dire che da anni i Comuni hanno avviato azioni di classamento per tenere conto comunque delle quotazioni immobiliari.

 

 

Sta di fatto che il temuto meccanismo che avrebbe consentito al governo in carica tra cinque anni di far partire un'immensa operazione di riequilibrio fiscale resta sterilizzato. E la casa è salva per ora dalla voracità del fisco. Un risultato ascrivibile alla testardaggine del centrodestra che ieri ha limato la proposta tecnica di cambiamento poi sottoposta all'esecutivo. Che, anche se non ufficialmente ha accettato la mediazione stando alle parole del leader della Lega Salvini che è stato ricevuto ieri pomeriggio dal premier Draghi. Ora occorrerà vedere se l'accordo annunciato dal centrodestra reggerà alla prova dei numeri in Commissione, considerato che sulla legge delega fiscale la maggioranza si è già spaccata. «Il testo originario parlava del valore patrimoniale e quindi avrebbe aumentato il valore delle case. Ora - ha detto Salvini - abbiamo avuto garanzia, anche sulla flat tax, sulle tassazioni scontate sugli affitti, sui Titoli di Stato». Soddisfatto anche Berlusconi: «Oggi possiamo finalmente dire che non ci saranno nuove tasse sulla casa e sui risparmi degli italiani: battaglia lunga e dura, ma vinta!». «L'intesa è una ottima notizia, è una nostra battaglia» ha osservato la presidente di FdI Meloni. L'accordi raggiunto ieri prevede la riformulazione degli articoli 2 e 6 della legge delega. È stato eliminato ogni riferimento al sistema duale (dunque si salvaguardano le cedolari secche su affitti e Bot) e ai valori patrimoniali degli immobili. Inoltre il centrodestra di governo «ha chiesto ed ottenuto che le aliquote Imu possano essere ridotte per effetto dell'emersione degli immobili fantasma». Il centrodestra festeggia: «Abbiamo dimostrato che il miglior modo per tutelare gli italiani è governare con responsabilità, ma senza mai derogare ai propri valori».

 

 

Dopo settimane di fibrillazioni sul tema del fisco la maggioranza fa quindi un passo avanti. Ma niente è sicuro. Una dose di scetticismo è presente nelle parole della leader di Fratelli d'Italia. «Se fosse vero sarebbe un'ottima notizia» dice Giorgia Meloni, la cui ombra secondo il centrosinistra ha guidato la «battaglia contro le tasse» di Lega e FI. «Questo è certamente un messaggio positivo per gli italiani, per noi di Forza Italia è fondamentale che non ci sia una nuova patrimoniale sulle abitazioni» ha detto invece, il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani. La battaglia non è però finita perché adesso la bozza d'accordo dovrà essere condivisa con l'ala sinistra della maggioranza che sostiene Draghi. E la tensione c'è. Ad attaccare Salvini è il segretario dem Enrico Letta: «L'aumento delle tasse era un suo racconto, non c'era», osserva. E rilancia: «Vorrei ripetere con grande forza che secondo noi questo non è il metodo di stare al governo. In maggioranza si sta essendo dentro le discussioni, attenti ai temi e soprattutto all'unità di quello che si fa».

 

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