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Decreto aiuti, che brutta sorpresa: arriva la stangata sull'addizionale Irpef

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Il governo Draghi consentirà ai capoluoghi con i conti in rosso di alzare le aliquote Irpef. Nella nuova formulazione del "Decreto aiuti" messa a punto ieri dal Consiglio dei ministri è spuntato un piano per aiutare i comuni in difficoltà. Ma come?

«Al fine di favorire il riequilibrio finanziario, i comuni capoluogo di provincia che hanno registrato un disavanzo di amministrazione pro-capite superiore a 500 euro», entro 60 sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto aiuti «possono sottoscrivere un accordo per il ripiano del disavanzo tra il Presidente del Consiglio dei ministri o un suo delegato e il Sindaco, in cui il comune si impegna per il periodo nel quale è previsto il ripiano del disavanzo». È quanto si legge nella nuova bozza del Decreto.

 

Per arrivare al riequilibrio finanziario, si legge ancora, i comuni possono, tra le altre cose, «deliberare l’incremento dell’addizionale comunale all’IRPEF, in deroga al limite previsto» dalla legge, in misura non inferiore allo 0,2%,

 

Nel 2019 il gettito complessivo delle addizionali ammontava a 5 miliardi di euro e coinvolgeva 30,4 milioni di contribuenti, con un prelievo medio di circa 200 euro. La tassa è stata negli anni una fonte di finanziamento largamente utilizzata dagli enti, che hanno preso negli anni tutto quello che potevano prendersi. E ora la morsa sui contribuenti potrebbe essere ancora più stretta.

 

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