Dimissioni di massa e boicottaggio, ma Vito Petrocelli non si arrende: “Farò ricorso alla Consulta”
Farà ricorso, in ogni caso, alla Corte costituzionale il presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli. Lo ha dichiarato, dopo avere aperto e immediatamente chiuso la seduta dell'organismo parlamentare, disertata, fra dimissioni e boicottaggio, dai colleghi della maggioranza. Sarà la Giunta del regolamento di palazzo Madama a dover fornire alla presidenza un parere, posto lo stallo dei lavori. La data non è stata ancora fissata e si presuppone che, in tempi brevi, la riunione si svolgerà quando i capigruppo delle diverse forze politiche rappresenteranno le dimissioni dei propri parlamentari e la mancata intenzione di sostituirli. Al presidente Elisabetta Casellati, intanto, sono già arrivate, e per prime, le dimissioni dell'ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. «Intendo, in ogni caso fare ricorso alla Corte costituzionale. In merito sentirò il legale di mia fiducia», ha detto Petrocelli, presidente M5s della commissione Esteri finito nelle polemiche a causa delle sue posizioni sulla guerra in Ucraina, mentre, ha spiegato, non farà istanza nel caso in cui il Movimento dovesse espellerlo.
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Ieri la commissione, convocata per le dieci, ha aperto e chiuso la seduta, dato che i commissari della maggioranza non si sono presentati perché dimissionari. «Non mi sono ancora dimesso», ha detto a inizio giornata il senatore M5s Alberto Airola arrivato a Palazzo Madama per la convocazione della commissione Esteri. «Sono molto combattuto - ha spiegato all'agenzia AGI - per la stima che ho versoi miei colleghi e verso Giuseppe Conte». Successivamente ha dichiarato: «Dopo aver avuto un colloquio molto cordiale con il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, conscio anche della necessità di non indebolire un'azione politica che si ribadisce con forza contraria alla guerra e sostenitrice della via diplomatica per la pace, ho deciso di dimettermi definitivamente dalla commissione Esteri di palazzo Madama».
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Anche Matteo Salvini con i senatori della Lega che fanno parte della commissione Esteri di Palazzo Madama ha firmato la lettera di dimissioni. I senatori dimissionari sono Tony Chike Iwobi, Stefano Lucidi, Manuel Vescovi. Il presidente dei senatori di Italia viva Davide Faraone ha notato: «La vicenda Petrocelli dimostra ancora una volta come la maggioranza che sostiene Draghi sia nei fatti solida e coesa, molto di più che se ascoltiamo le dichiarazioni di Conte o Salvini delle ultime ore. Alcune forze politiche si sentono già in campagna elettorale e può tornare in auge l'asse gialloverde, però faccio notare che sui provvedimenti a sostegno dell'Ucraina non sono mai mancati i voti in Parlamento, così come sul posizionamento del Paese riguardo al conflitto».
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