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Il politologo Pasquini frena le ipocrisie: "Non si può essere amici di un dittatore come Putin"

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Luca De Lellis
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Si può essere pacifisti nei confronti di chi ha invaso una nazione sovrana, lasciando sulla propria strada migliaia di donne senza mariti, di figli senza genitori, di bambini scomparsi prematuramente? La risposta secca di Gianfranco Pasquini è no: “Non si può mai stare con un leader autocratico che ha comportamenti dittatoriali, che uccide i suoi oppositori, compresi i giornalisti, e che reprime qualsiasi tipo di dissenso. In partenza già non si poteva essere amici di Putin e dei dittatori in generale”. Il politologo, intervistato ad Omnibus, trasmissione andata in onda su La7 nella mattinata di martedì 26 aprile, ha fornito alla conduttrice Gaia Tortora la sua visione del conflitto tra Russia e Ucraina: “C’è un aggressore chiarissimo che è la Russia. L’ha anche dichiarato, chiamandola operazione militare speciale. E c’è un popolo che si difende in armi. Il pacifismo può essere che io rinuncio a difendermi. Ma non si può chiedere a chi difende la propria vita, la propria dignità e la propria autonomia, di non offrire la propria resistenza. Le armi che vengono date agli ucraini sono di resistenza contro l’invasione russa”.

Il Professore emerito di Scienza politica, nel prosieguo del suo intervento, ha offerto anche coordinate diverse rispetto alla lotta ad oltranza: “Si possono percorrere anche altre vie. Si può dire agli ucraini di accettare una sorta di indipendenza limitata, per esempio impedendo di stringere alleanze militari con la Nato ed eventualmente con l’Unione Europea. Si possono tentare accordi con Putin che apparentemente non funzionano, ma vanno cercati”. Poi ha sentenziato: “Tutto questo può essere fatto, ma la premessa è che chi ha bisogno di armi per difendersi deve averle in dote. Il resto mi sembrano ragionamenti che non portano da nessuna parte”.

Per quanto concerne i provvedimenti che le organizzazioni internazionali stanno infliggendo al leader del Cremlino, si è espresso con fermezza: “Le sanzioni funzionano fino a un certo punto. Ma è giusto colpire coloro che sono vicini a Putin, cioè gli oligarchi che lo sostengono e che tra l’altro dipendono spesso da lui per la loro posizione sia economica che politica”. A conclusione del suo discorso, ha ribadito il concetto fondamentale: “Tutto deve basarsi sulla difesa da parte degli ucraini di sé stessi e della loro patria”.

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