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Gianfranco Rotondi e il centrodestra spaccato: “Difficile la riconciliazione. Giorgia Meloni da sola al voto”

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Il centrodestra non può più andare avanti così. L’analisi dello stato di salute dell’asse tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia è fatta da Gianfranco Rotondi, leader di Verde è Popolare che ha parlato ad Affari Italiani, commentando anche le dure prese di posizione di Giorgia Meloni nei confronti degli alleati: “L'ambiguità dei due Centrodestra, uno di governo e uno di opposizione, è durata anche troppo tempo. Non si regge un altro anno così. Non so assolutamente dire quale possa essere una soluzione e una via d'uscita, anche perché non sono stato io a creare questa situazione. Chi ha fatto due anni sostenendo Mario Draghi e chi ne ha fatti due all'opposizione può forse fare un accordo elettorale, ma sempre meno credibile più passa il tempo. Ed è sempre più difficile che in fondo alla strada torni l’amore”.

 

 

“Vedo una situazione molto complessa. La finzione può apparire tanto finzione da diventare dissuasione. Per questo motivo consiglierei a tutti gli amici del centrodestra di abbracciare la riforma della legge elettorale in senso proporzionale. Così facendo - spiega Rotondi - ognuno farebbe la propria campagna elettorale e, dopo il voto, sarebbe più semplice trovare un'intesa di governo. Con l’attuale sistema elettorale misto proporzionale-maggioritario la Meloni farà i calcoli su quanti collegi uninominali vincenti avrà andando insieme e su quanti seggi potrà recuperare nel proporzionale andando da sola. Alla fine potrebbe scoprire che il dividendo maggiore si ha se Fratelli d'Italia si presenta da solo alle elezioni, anche perché i cosiddetti alleati darebbero a Meloni soprattutto i collegi del Sud. E da Firenze in giù sono tutti perdenti per il centrodestra, vista - conclude Rotondi - l’alleanza Pd-5 Stelle e considerando che chi percepisce il reddito di cittadinanza nel Mezzogiorno voterà ancora per i grillini. Al Nord, dove la Lega ha una presenza storica e forte, i collegi per Fratelli d'Italia saranno pochi”.

 

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