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Ultimatum di Giorgia Meloni a Lega e Forza Italia: “Temo sognino un nuovo governo arcobaleno”

Alessio Buzzelli
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Giorgia Meloni ha ufficialmente lanciato la corsa alle prossime elezioni. E lo ha fatto percorrendo un doppio binario, parallelo e convergente insieme, che ha come ultima fermata proprio la tornata elettorale del 2023: prima presentando le linee generali dell'imminente Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia - prevista a Milano dal 29 aprile al 1° maggio - primo passo per la creazione di un vero e proprio programma di governo; poi, sferzando con decisione e senza troppi giri di parole i propri alleati di area, cioè Forza Italia e Lega. «Italia, energia da liberare. Indipendenza, libertà crescita Appunti per un programma conservatore», questo il titolo della tre giorni milanese in cui sono ben riassunti obiettivi, intenti e parole d'ordine che costituiranno il futuro programma elettorale del partito. «La Conferenza - ha spiegato la Meloni - è una prima traccia per articolare un programma di governo fatto di contenuti, visone ed idee. Grazie anche al contributo di importanti personalità esterne al partito. Ci sarà anche un concerto dedicato ai lavoratori». Un evento «coraggioso e necessario», attraverso il quale, secondo la leader di Fdi, «vogliamo dimostrare che non solo abbiamo una classe dirigente adeguata, ma che siamo anche in grado di raccogliere le migliori energie del Paese». «Un modo - ha ribadito - per farci trovare pronti per una stagione di governo dell'Italia: pronti con i contenuti, i programmi, la visione, la classe dirigente».

 

 

Insomma, Giorgia Meloni e Fdi sono pronti per governare. Già, ma con chi? Domanda inevitabile, dal momento che le acque del centro-destra ultimamente sono agitate anzichenò, scosse da continui sommovimenti che ora avvicinano ora allontano tra loro i tre partiti della coalizione. «Non sento Matteo Salvini dall'elezione di Mattarella», ha confessato la Meloni, che poi ha aggiunto: «il problema non è quante volte ci si senta, il problema sono le scelte di fondo. Cioè capire se da parte degli altri l'obiettivo sia ancora dare a questa nazione un governo di centrodestra o no». E, da questo punto di vista, la leader di Fdi ha ammesso di aver «ricevuto segnali altalenanti» dai propri alleati: "a volte ho l'impressione - ha osservato-  che si voglia riproporre una maggioranza arcobaleno, e questa non certo è la nostra strada. Perché noi non abbiamo un piano B: noi vogliamo rappresentare orgogliosamente il centrodestra. Gli altri non lo so, bisognerebbe chiedere a loro».

 

 

 

Al netto di tutto ciò, la Meloni ha comunque voluto ribadire come per il suo partito «la compattezza della coalizione resti sempre una priorità», persino nel caso in cui Lega e Forza Italia si federassero. «Non giudico negativamente la possibilità che possano fare una federazione o una lista unica- ha spiegato subito dopo. Spero solo che lo facciano per convinzione e non per timore. E comunque non è detto che ciò comprometterebbe un'eventuale alleanza di governo». In ogni caso, Giorgia Meloni ha voluto ricordare, a scanso di equivoci, le regole del centrodestra in caso divittoria: «conoscete le regole - ha spiegato: il partito che arrivaprimo nella coalizione, propone chi debba guidare il governo. A noi però interessa soprattutto essere preparati su contenuti e classe dirigente. C'è chi pur di fare il premier è disposto a fare figuracce, io no».

 

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