Patrimoniale sui conti correnti, la richiesta dei sindacati al premier Draghi: vogliono il prelievo forzoso
Sempre lo stesso spartito, o giù di lì. Ieri si è svolto l'incontro tra il governo, nello specifico il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro del Lavoro Andrea Orlando, e le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Tema il Def progettato dall'Esecutivo per fronteggiare i gravi contraccolpi economici creati dalla guerra in Ucraina. La constatazione comune delle rappresentanze è che la coperta sia troppo corta, così come non bastano i 5 miliardi per gli aiuti messi in campo dal governo.
Ma è nelle proposte, però, che qualcuno, nello specifico la Cgil, mette in campo, il solito, vecchio retaggio ideologico della patrimoniale. Evidentemente ogni occasione è buona per estrarlo dal cilindro. Sono d'accordo, le tre sigle, nella tassazione degli extraprofitti delle società energetiche, cosa che il governo ha già iniziato a fare con un provvedimento parametrato sulla base Iva e però, a detta di molti osservatori, rischia di essere passibile di ricorsi dinnanzi alla Corte Costituzionale. La Uil poi, a quanto raccontato dal suo segretario Pierpaolo Bombardieri a «Un Giorno da Pecora» dopo l'incontro, ha chiesto un nuovo scostamento di bilancio e l'impegno di Draghi in sede comunitaria affinché «ci sia di nuovo un'emissione di bond europei per rifinanziare un programma». «Draghi - ha rivelato Bombardieri - ha condiviso la nostra proposta».
La Cisl, in una nota, ha rivendicato i punti messi sul tavolo, tra cui si annoverano «la riattivazione del tavolo sulle pensioni, finalizzato a definire strumenti di protezione previdenziale per i giovani penalizzati dalla discontinuità lavorativa, forme di maggiore flessibilità in uscita; nuove tutele per le lavoratrici madri; una specifica attenzione alla previdenza integrativa e infine la tutela dei trattamenti in essere, adempiendo a tutti gli aspetti contenuti nei patti sottoscritti nei mesi scorsi». Ma è il sindacato di Corso Italia a toccare quello che rischia di essere un punto davvero divisivo. «In questo momento - osserva il segretario generale Maurizio Landini - riteniamo necessario un intervento sui redditi e i patrimoni più alti con dei prelievi di solidarietà per tutelare chi sta peggio, chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese». In particolare, il prelievo, secondo lo schema cigiellino, dovrebbe essere dell'1% sui patrimoni sopra i 2 milioni di euro. Da qui, il sindacato conta di recuperare 6 miliardi. L'argomento, dunque, torna dirompente nel dibattito politico. Mercoledì, per dire, anche Enrico Letta aveva sottolineato la necessità di «un progetto di redistribuzione», facendo però salvo che ciò dovrebbe avvenire «sulla base di un mandato elettorale».
Dunque, in linea teorica è già possibile intravvedere, sul tema, una saldatura tra Pd e Cgil. Intanto, però, matura già uno scontro politico sul dossier. Da Sinistra Italiana (che non è in maggioranza), Nicola Fratoianni plaude: «Landini - afferma ha ragione da vendere: siamo di fronte ad un'emergenza sociale ed è necessaria una redistribuzione della ricchezza, intervenendo su redditi e patrimoni più alti».
Del tutto contrario, invece, Renato Schifani di Forza Italia: «La patrimoniale non è e non sarà mai una via percorribile. Non si può immaginare che tassare gli italiani sia la ricetta per uscire dal difficile momento di crisi che stiamo attraversando». Protesta anche Confedilizia. Parlando con l'Agi, il presidente Giorgio Spaziani Testa osserva: «Al di là di percentuali ed entità dei patrimoni, sconcerta l'idea che in questo momento si pensi ad ulteriori tassazioni». Insomma, per parte del sindacato e della sinistra la scorciatoia è sempre la solita: assaltare la ricchezza privata degli italiani.