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Dritto e rovescio, Belpietro brutalizza Faraone: "A braccetto con Putin e ora..." Centrosinistra annientato

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Duello rusticano a Dritto e rovescio sulla "conversione" di massa nel centrosinistra, compatto oggi a condannare il presidente russo Vladimir Putin ma che in passato è andato a braccetto dello Zar. Protagonisti di uno scontro violentissimo nella puntata di giovedì 7 aprile della trasmissione condotta da Paolo Del Debbio su Rete4 sono il senatore di Italia viva, ma eletto nel 2018 con il Partito Democratico, Davide Faraone e il direttore de La Verità Maurizio Belpietro. 

 

Il renziano sta condannando la propaganda russa e ne sta dicendo di tutti i colori sull'autocrate Putin quando interviene il giornalista: "Fino all'altro giorno andavate a stringergli la mano e a fare gli accordi e oggi scoprite che è diventato un autocrate", attacca Belpietro che ricorda quando l'allora premier Enrico Letta si è distinto per essere stato "l'unico capo di Stato europeo che sia andato ai giochi invernali di Sochi quando tutti erano contrari". 

 

"Era lì sorridente con Putin. L'avete scoperto oggi che in Russia c'è un'autocrazia? Poi è Mosca che fa disinformatia..." dice il giornalista. "Hai ragione sulla valutazione di Putin, è stato sottovalutato come personaggio pericoloso tanto è vero che siamo riusciti ad avere" una dipendenza dal gas russo, che rappresenta il 40 per cento delle importazioni, ammette Faraone.  "E quegli accordi chi l'ha firmati? Enrico Letta. E adesso vuole tagliare il gas per affamare i russi", dice ancora Belpietro che è un fiume in piena. 

 

Faraone punta sul rischio di fare il gioco della Russia da parte di chi mette in dubbio la versione ucraina del massacro di Bucha, ad esempio, sostenendo la propaganda del Cremlino. In precedenza Belpietro aveva ricordato come la propaganda in guerra è spesso da entrambe le parti, come dimostra il caso dell'Isola dei serpenti, avvenuto all'inizio della guerra. I russi erano sbarcati sul piccolo avamposto ucraino nel Mar Nero e si era diffusa la notizia che i militari che lo presiedevano erano stati trucidati. Poi si è appreso che non era così, erano stati catturati dai russi e dopo qualche tempo rilasciati nell'ambito di uno scambio di prigionieri. 

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