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Referendum giustizia, Zanettin (Forza Italia): "Sulla separazione delle carriere non faremo passi indietro"

Pierpaolo La Rosa
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«Il clima è positivo, ma da parte nostra non c’è alcun dietrofront sui temi più divisivi. La posizione di FI è immutata». Fa sfoggio di grande prudenza, il deputato e capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera, Pierantonio Zanettin, a proposito della riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. Diversi, infatti, i nodi ancora da sciogliere, che vedono per il momento su versanti contrapposti il partito di Silvio Berlusconi ed il Pd.

Onorevole Zanettin, ieri c’è stata una riunione tra voi capigruppo della maggioranza in commissione Giustizia a Montecitorio e la Guardasigilli, Marta Cartabia. Sono stati fatti dei passi in avanti? 
«Ieri si è registrato un clima buono, è stata una giornata proficua. Abbiamo esaminato i primi undici articoli del provvedimento, i cui emendamenti potranno essere votati oggi. Abbiamo raggiunto un’intesa sul voto degli avvocati sulla valutazione di professionalità dei magistrati nei consigli giudiziari, previo parere del consiglio dell’ordine. Abbiamo accantonato l’articolo 10, quello relativo alla separazione delle funzioni tra magistratura requirente e giudicante, che è un tema che resta non concluso e definito. Ci rivedremo con Cartabia questa mattina. Il clima, ripeto, è positivo. C’è una disponibilità all’ascolto da parte della ministra della Giustizia, ma come le dicevo poco fa abbiamo lasciato fuori, abbiamo messo da parte gli argomenti più divisivi: non solo la separazione delle funzioni, ma anche la legge elettorale del Csm, vale a dire le modalità di elezione dei membri togati con l’introduzione del sorteggio temperato».

Che cosa ci dobbiamo aspettare dalla giornata odierna? 
«Oggi pomeriggio cominceremo a votare in commissione Giustizia, dalle 15, appunto le parti del testo meno divisive. Gli snodi più delicati sono stati accantonati. Vediamo quel che accadrà. Intanto, partiamo da quello che ci unisce e poi, strada facendo, si vedrà. Abbiamo due settimane di lavoro, visto che la riforma arriverà nell’Aula della Camera il prossimo 19 aprile. Insomma, c’è tanto tempo davanti a noi».

Ma è ottimista in prospettiva sul raggiungimento di un accordo con tutte le forze politiche della maggioranza, in particolare con il Partito democratico, sui temi più spinosi? L’impressione è che ci si trovi in una situazione di stallo. 
«Non mi voglio sbilanciare, non dico ancora nulla. Vedremo se ci saranno delle aperture. L’atteggiamento della ministra della Giustizia è dialogante e ciò, naturalmente, è positivo. Gli argomenti divisisi restano sempre sul tappeto, e questo è il dato di fatto. Come poi andrà a finire, chi lo sa...».

Da parte di Forza Italia non c’è, comunque, alcuna intenzione di fare retromarcia sulla separazione delle funzioni e sui criteri di elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura...
«Assolutamente no. La nostra posizione non cambia, rimane sempre la stessa. Non intendiamo mollare e non vogliamo fare alcun passo indietro».
 

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