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Stangata Imu per la prima casa degli italiani. La riforma di Mario Draghi è un salasso

Pietro De Leo
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C'è un tema che, seppur proiettato al 2026, può innestarsi già oggi nel clima di sfiducia ampiamente diffuso. Ed è la riforma del catasto. Nessuno pagherà più tasse, ha più volte assicurato il governo. Ebbene, Confedilizia in un post sui social ha evidenziato che, dalla normativa in cantiere, una stangata fiscale potrebbe addirittura abbattersi sulla prima casa. Molte abitazioni, infatti, vedrebbero applicata, contrariamente ad oggi, la temutissima Imu. In che modo? «L'Imu - spiega il post - colpisce attualmente le prime case solo se considerate "di lusso". Con l'attuale catasto, hanno questa connotazione le unità immobiliari di categoria catastale A/1, A/8 e A9». E qui si inserisce il rischio: «con i nuovi inquadramenti catastali, le modalità di individuazione delle abitazioni considerate "di lusso" potrebbero portare a risultati molto diversi dagli attuali, con l'inclusione nella tipologia "di lusso" di un numero maggiore di unità immobiliari». Impossibile, al momento, fare una stima sull'entità di quella che potrebbe essere una nuova tagliola nelle tasche delle famiglie, perché occorre aspettare la definizione precisa dei criteri.

 

 

Secondo Confedilizia, peraltro, ci sono altri due lati attraverso i quali le famiglie potrebbero essere «colpite». Il primo è il fatto che dal valore catastale degli immobili di proprietà, inclusa la prima casa, si determina l'Isee, che regola l'accesso ad alcuni servizi e prestazioni sociali. Il secondo è che sui dati catastali si basano «i tributi sulle compravendite», in particolare «l'imposta registro. Maggiore è il valore catastale dell'immobile, maggiore è l'imposta da pagare al momento dell'acquisto». Questo, dunque, lo scenario. Che, per quanto farebbe data dal 2026, in ogni caso si aggancerebbe al momento storico-economico che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, tra i contraccolpi del Covid e quelli della guerra, che si protrarranno nel tempo. Ecco perché rende lo snodo della riforma particolarmente doloroso.

 

 

Questa settimana, riprenderà l'esame in commissione finanze alla Camera del disegno di legge sulla delega fiscale, di cui l'articolo 6 è dedicato al catasto. Il centrodestra di governo (Lega e Forza Italia), contrario alla riforma tout court, avanza una proposta di mediazione: mantenere il comma 1, ossia la mappatura che farebbe comunque riemergere gli immobili fantasma, ma non il comma 2 che trasforma il catasto da reddituale a patrimoniale e prepara all'aggravio fiscale. Sulla contrarietà all'aumento delle tasse sugli immobili si era espresso, in passato, anche il leader del M5s Giuseppe Conte. Vedremo se riproporrà, anche su questo tema, la versione muscolare esibita di fronte all'aumento delle spese militari.

 

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