"No fiducia su Csm e catasto". Il centrodestra avvisa Mario Draghi: no a nuove tasse, pronte le barricate
Dopo la grana delle spese militari, il governo Draghi torna a fare i conti con i «soliti» problemi. Il centrodestra ha infatti inviato un messaggio chiarissimo al premier. «Su riforma del Csm e revisione del catasto l'esecutivo non si azzardi a mettere la fiducia, perché non potremmo votarla». A farsi portavoce delle sensibilità comuni di Lega e Forza Italia è stato il vicepresidente degli azzurri, Antonio Tajani: «Draghi ha detto che la questione del Csm si sarebbe risolta in Parlamento e non con un voto di fiducia, che lasciava al Parlamento la possibilità di scrivere la riforma. Noi diciamo al governo mantenere la promessa di Draghi, così come è scritta la riforma oggi non possiamo dare la fiducia, speriamo in un accordo» ha detto Tajani a Rainews24. «Anche sul catasto - ha aggiunto - noi tentiamo di fare in modo che non ci siamo nuove tasse sulla casa. Anche qui attenzione a mettere la fiducia». Niente di nuovo sotto il sole, in realtà, perché - almeno sulla revisione del catasto Lega e Forza Italia hanno già dimostrato di essere pronte ad andare fino in fondo con il voto in Commissione che solo per un soffio non ha mandato sotto il governo. Resta difficile individuare una mediazione, visto che sulla mappatura degli immobili Draghi non ha finora mostrato alcuna volontà di trattare, paventando una crisi di governo per bocca della sottosegretaria Maria Cecilia Guerra. Anche sul fronte opposto, quello del centrodestra, non si registrano però cedimenti.
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Anzi, nell'incontro andato in scena la settimana scorsa ad Arcore tra Salvini e Berlusconi si è ribadito ufficialmente come un via libera a un provvedimento che potenzialmente potrebbe portare a un aumento delle tasse - seppure solo dal 2026 - non potrà mai esserci un voto favorevole. La trattativa comunque va avanti e in attesa che si sblocchi la delega fiscale resta impantanata in commissione Finanze. Quadro appena un po' disteso per la riforma del Csm. Domani la ministra della Giustizia Marta Cartabia riaprirà il tavolo con le forze della maggioranza. Si cerca ancora un accordo sul sistema elettorale dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura. La prima proposta del centrodestra e Italia viva il sorteggio dei candidati - è stata giudicata potenzialmente incostituzionale dalla ministra. La leghista Bongiorno ha allora ipotizzato il sorteggio dei collegi, che però non piace al centrosinistra. Sullo sfondo c'è il richiamo del presidente della Repubblica Mattarella a varare la riforma in tempo utile per eleggere il prossimo Csm, quindi entro giugno.
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Una corsa contro il tempo che potrebbe rendere inevitabile il ricorso alla fiducia sebbene il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà si sia detto ottimista sull'esito del confronto tra ministra e partiti. Anche in questo caso, in attesa di schiarite, la misura è ferma in commissione Giustizia. Sul fronte del centrodestra, infine, va registrata la prima uscita sulla guerra in Ucraina del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Intervenendo telefonicamente alla costituente di «Verde è popolare» di Gianfranco Rotondi, l'ex premier ha parlato di un «duplice dovere: lavorare per la pace e fare la nostra parte con l'Alleanza atlantica, con l'Occidente e l'Europa, per porre fine a una aggressione militare inaccettabile».
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