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Giorgia Meloni annienta il governo sul caro benzina: “Misure irrisorie e inutili, fermate chi specula”

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Giorgia Meloni si arrabbia con il governo per la gestione del caro carburante, con il prezzo della benzina e del diesel che è arrivato alle stelle e ora vedrà un taglio delle accise per circa 25 centesimi. La misura limitata nel tempo non convince affatto la leader di Fratelli d’Italia, che attacca l’esecutivo con un post su Facebook: “Dopo il Ministro Roberto Cingolani, anche Stefano Patuanelli denuncia pubblicamente la speculazione sul caro carburanti. Perché allora il governo, invece di mettere in campo misure irrisorie e inutili, non interviene per fermare il fenomeno e gli speculatori? A che gioco stanno giocando? Sveglia. Perché il governo non ferma gli speculatori?”.

 

 

Il riferimento della Meloni è alle parole del ministro per le Politiche agricole, Patuanelli, in un’intervista a Rtl: “È chiaro che questo step iniziale serve per calmierare parzialmente il costo della benzina e anche per ristorare le aziende dei maggiori costi per l’energia. Per la prima volta in Europa si fa un prelievo ai profitti alle aziende che hanno guadagnato, lecitamente, ma fuori misura. Un prelievo che consente un pacchetto di misure da 4,5 miliardi, senza quindi scostamento di bilancio. Questa è una prima risposta possibile, ma va fatto un ragionamento a livello europeo anche sul prezzo del gas. Da domani il prezzo dei carburanti scenderà e il provvedimento durerà fino alla fine di aprile, per circa 40 giorni. Riteniamo che altre misure più strutturali possono calmierare il prezzo delle materie prima energetiche, questo consentirà dopo questi 40 giorni di avere prezzi inferiori. Faremo tutto quello che serve per aiutare gli italiani e le imprese, di non dover spendere tutto lo stipendio per fare benzina. È inaccettabile, perché - il punto del discorso contestato dalla numero uno di FdI - non c’è motivo per gli aumenti perché non manca la materia prima. Noi cerchiamo fare possibile con strumenti che abbiamo e un po’ spuntati, ma c’è una dinamica internazionale dell’aumento del prezzi e per le speculazioni sulle materie prime. Uno Stato da solo non può fare moltissimo”.

 

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